08/10/2011
La cometa Hartley.
Quattro quinti della superficie della Terra sono coperti dal mare. Ma da dove viene tutta quest'acqua che ha formato oceani, fiumi, laghi, ha cambiato il clima del nostro pianeta e ha permesso lo sviluppo della vita? Dallo spazio è la risposta degli scienziati. Precisamente da quella lontana regione all'estremità del Sistema Solare che gli astronomi chiamano Fascia di Kuiper. Qui, a una distanza di 30-50 volte quella che ci separa dal Sole, orbitano tanti piccoli pianeti rocciosi e innumerevoli comete, composte essenzialmente da ghiaccio. Proprio questi corpi celesti, caduti in grandi quantità sulla Terra miliardi di anni fa, hanno portato l'acqua trasformando il pianeta.
L'osservatorio spaziale Herschel.
La teoria non è nuova, ma ha trovato una importante conferma in questi
giorni grazie all'osservatorio spaziale europeo Herschel, che ha
analizzato la cometa Hartley 2. Il vapore della sua chioma, infatti,
contiene la stessa quantità di acqua pesante presente negli oceani: una
molecola ogni venti milioni di molecole di acqua “normale”. Precedenti
analisi compiute su altre comete avevano mostrato una quantità doppia di
questa sostanza formata da atomi di ossigeno e di deuterio (un isotopo
dell'idrogeno). I conti, insomma, non tornavano. Ma questi oggetti
provenivano da un'altra regione, ancor più lontana, dello spazio: la
Nube di Oort. Hartley 2, che ogni sei anni e mezzo si avvicina ai
pianeti interni del Sistema Solare, indica invece con ragionevole
certezza la Fascia di Kuiper come la fonte principale della nostra
acqua.
La sonda europea Mars Express.
Un'altra notizia dal mondo scientifico riguarda sempre questo prezioso
liquido, ma un altro pianeta: Marte. Studiando i dati raccolti dalla
sonda europea Mars Express, l'astrofisico italiano Luca Maltagliati ha
scoperto grandi quantità di vapore acqueo nella fascia alta
dell'atmosfera, a una quota compresa fra i 20 e i 50 chilometri. In
questa regione l'umidità relativa sarebbe addirittura superiore al 100
per cento, ma in mancanza di pulviscolo l'acqua non condenserebbe
formando nubi, pur con temperature estremamente basse. Un fenomeno
sconosciuto sulla Terra.
Ma di Marte torneremo a parlare presto: il 25 novembre è previsto il
lancio di un nuovo robot della Nasa. Il suo nome, Curiosity, esprime
perfettamente l'atteggiamento degli scienziati verso il pianeta che
appena vent'anni fa si credeva arido, morto. E che invece si sta
rivelando una continua sorpresa.
Giancarlo Riolfo