27/04/2013
Un asteroide nello spazio,
La stazione spaziale internazionale, le missioni di esplorazione nel sistema solare, quelle dirette allo studio dell’universo e del nostro pianeta. Ma nel budget di 17,7 miliardi di dollari che l’amministratore delegato della Nasa Charles Bolden ha presentato al presidente Obama c’è anche lo sviluppo un una missione con l’obiettivo di raggiungere un asteroide provare a deviarne la traiettoria. Un tipo di missione che, in futuro, potrebbe salvare il pianeta Terra e i suoi abitanti dalla distruzione. Nessun allarme: un catastrofico incidente cosmico non è previsto per ora. Tuttavia, la possibilità esiste. Il pensiero va allo scorso 15 febbraio, quando l'asteroide DA14 – un sasso di 30 metri di diametro – ha sfiorato la Terra. Lo stesso giorno, un corpo celeste molto più piccolo è esploso entrando nell'atmosfera al di sopra degli Urali provocando centinaia di feriti per l'onda d'urto nella città di Chelyabinsk. Un evento che ricorda quello di Tunguska, nel 1908, quando un piccolo asteroide cadde una zona fortunatamente deserta della Siberia, provocando una detonazione simile a quella di una bomba all'idrogeno.
Una simulazione dell'impatto dell'asteroide che 65 milioni di anni fa cadde vicino allo Yucatan.
Secondo gli scienziati, la Terra si scontra con oggetti celesti come quello di Tunguska ogni mille anni, mentre la caduta di meteoriti di qualche metro di diametro è piuttosto frequente, ma raramente provoca danni. In passato, però, il nostro pianeta è stato protagonista di scontri cosmici molto più devastanti. Come la collisione con l'asteroide che 65 milioni di anni fa cadde vicino allo Yucatan e che, secondo molti, avrebbe provocato l'estinzione dei dinosauri. Negli ultimi 600 milioni di anni, la Terra è stata colpita da almeno 60 asteroidi con un diametro di circa cinque chilometri. Ciascuna di queste collisioni, avvenute molto prima della comparsa dell'uomo, ha sviluppato un'energia pari a 10 milioni di megaton, cioè come 700 milioni di bombe di Hiroshima.
La missione allo studio della Nasa ricorda molti film di fantascienza. Come Meteor o Armageddon, solo per citare due titoli. Nella finzione cinematografica, per salvare la Terra l’asteroide viene fatto esplodere con delle bombe nucleari: spettacolare, ma del tutto inutile nella realtà. Se si usasse questo sistema, il risultato sarebbe che la Terra, anziché essere colpita da un unico proiettile celeste, verrebbe investita dalla scarica di pallettoni dei suoi detriti. La soluzione allo studio, invece, è quella di applicare una piccola spinta per variare leggermente la velocità dell’asteroide e mutarne così la traiettoria, allontanandola dalla Terra.
Il veicolo spaziale Orion.
Per farlo, la Nasa pensa di impiegare nuove tecnologie di propulsione, come motori a ioni ad energia solare, che potranno permettere ai nostri nipoti di viaggiare per il Sistema Solare. E Charles Bolden, l'ex astronauta messo da Obama a capo dell'agenzia spaziale, non manca di sottolineare l'importanza della missione come “incubatrice” di tecnologie avveniristiche per l'esplorazione. Senza dimenticare la scienza. Il piano, infatti, prevede che fra una dozzina d'anni un piccolo asteroide sarà raggiunto da quattro astronauti a bordo del nuovo veicolo spaziale Orion, al cui sviluppo partecipa anche l'Europa. Sarà la prima missione che porterà l'uomo più lontano della Luna.
Giancarlo Riolfo