E il diesel europeo minaccia l'ambiente

Il gasolio distribuito in Europa viene regolarmente miscelato con i biocarburanti più dannosi, prodotti da colza, soia e olio di palma. Sostanze che distruggono clima e foreste.

22/07/2011

Siamo spesso consumatori inconsapevoli e crediamo al “carbone pulito” con cui si alimentano le nostre centrali o al “carburante ecologico” per le automobili. A fare un po' di chiarezza sul pieno di diesel, in questo momento di partenze per le vacanze estive, ci pensa Greenpeace, con il rapporto “Metti (l’estinzione di) un tigre nel motore”. Che relazione ci sarà mai tra diesel, deforestazione e l’estinzione di specie in pericolo come la tigre di Sumatra?

Greenpeace ha raccolto 92 campioni di diesel nelle stazioni di servizio delle principali compagnie (Esso, Agip, Shell e altre) in nove Paesi europei e li ha inviati a un laboratorio tedesco specializzato nelle analisi dei carburanti. I risultati rivelano che il diesel europeo viene regolarmente miscelato con i biocarburanti più dannosi, cioè quelli prodotti da colza, soia e olio di palma. Le ultime popolazioni di orango e di tigre di Sumatra vengono sempre più decimate proprio a causa dell'espansione delle piantagioni industriali di olio di palma.

La stessa Unione Europea conferma che la produzione di biocarburanti da queste colture accelera la deforestazione e il cambio d’uso dei suoli indiretto, con il risultato che per produrre cibo dovremo comunque deforestare altrove. Questo rende i biocarburanti più dannosi per il clima dei combustibili fossili, anche se è previsto che il loro impiego aumenti progressivamente in base alla direttiva europea sulle rinnovabili che ha fissato un obiettivo: incrementare l'uso di energie rinnovabili nel settore dei trasporti entro il 2020.

Secondo un’ analisi dei Piani d’Azione per le Energie Rinnovabili dei governi europei, le politiche comunitarie porteranno, rispetto ai valori del 2008, ad un incremento dell'utilizzo dei biocarburanti di origine vegetale del 170 per cento al 2020. Lo scorso dicembre, la Commissione Europea aveva dichiarato che avrebbe rivisto le opzioni per mitigare gli effetti della produzione dei biocarburanti entro e non oltre luglio 2011, sulla base di un approccio precauzionale e utilizzando le migliori conoscenze scientifiche disponibili. Per gli ambientalisti bisogna evitare l’adozione cieca dei biocarburanti, ma distinguere tra quelli che aiutano il clima e quelli che invece sono un pericolo per il pianeta.


Le analisi: in Europa la colza è la pianta più utilizzata


Tra i campioni di diesel raccolti, quelli con la maggiore percentuale di biocarburanti – tra il 5 e il 7 per cento - sono stati trovati in Francia, Germania, Italia, Svezia e Austria. In Europa la colza è la pianta più utilizzata, tranne che in Olanda e in Italia. Mentre in Francia la coltura più utilizzata è la soia, in Italia è stata riscontrata un’altissima percentuale di olio di palma, il 37%. Nella classifica dei Paesi europei l'Italia è terza, con una percentuale variabile di questi componenti "bio" variabile fra il 2,4 e il 7,1 %.

In realtà queste percentuali variano, anche tanto, a seconda di compagnia petrolifera e posizione geografica: un campione dell'Agip prelevato a Bari contiene il 70% di olio di palma e un 30% di soia, mentre a Roma la stessa compagnia offre un prodotto in cui la quota di biocarburante è al 100% composta da olii esausti (in sostanza olio di frittura). Nel diesel europeo ci sono, infatti, anche grassi animali e olii esausti, in una percentuale variabile.

L'Italia, oltre al record negativo di impiego dell'olio di palma, ha anche quello positivo, insieme all'Austria, di utilizzo di olii esausti. In media, a livello europeo, il diesel è composto da un 40% di olii esausti, un 37% di olio di palma, un 15% di soia, un 5% di grassi animali e da un 3% di colza. “Gli italiani che si preparano per lunghi viaggi in macchina per le ferie estive, senza saperlo, faranno il pieno di cambiamenti climatici, deforestazione ed estinzione di specie - spiega Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace - Servono subito leggi che limitino l’uso di quei biocarburanti che distruggono clima e foreste e favoriscano soluzioni più efficienti.”

Gabriele Salari
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