30/11/2012
Il robot Curiosity su Marte (Nasa).
I giornali vivono di notizie. Ma a volte il desiderio della notizia col botto può portare a qualche scivolone. Così, quando è cominciata a circolare la voce di imminenti e importanti rivelazioni sulle scoperte del robot della Nasa Curiosity, in missione sul suolo di Marte, e qualche scienziato ha ipotizzato, incautamente, che la sonda avrebbe potuto aver trovato “molecole organiche”, i siti di alcune importanti testate si sono riempite di titoloni. Neanche il robot avesse scovato piccoli uomini verdi a spasso per il pianeta.
Una foto vera, non in computer grafica, scattata dal robot Curiosity su Marte (Nasa).
Le cose, naturalmente, sono un po’ diverse. Intanto, se anche gli strumenti della sonda avessero davvero trovato delle molecole organiche, la scoperta sarebbe stata importante, ma certo non clamorosa.
Queste molecole, infatti, sono i “mattoni” con i quali sono costruiti gli esseri viventi, ma non sono la vita. Così come un mattone non è una casa. Inoltre, da molto tempo sappiamo che queste molecole sono presenti nelle spazio. E sono comuni, per esempio, nelle comete.
I newyorkesi a Times Square osservano l'atterraggio di Curiosity su Marte (Ansa).
Il fatto, però, è che Curiosity le molecole organiche su Marte non le ha trovate. O, almeno, non ancora, visto anche che la sua esplorazione del pianeta è appena iniziata. La notizia l’ha data poche ore fa il Jet Propulsion Laboratory della Nasa con un comunicato un po’ stizzito. Una doccia gelata per chi a questi “rumors” (voci incontrollate) aveva dato credito.
La morale di questa storia è che quando si parla di scienza la prudenza è d’obbligo. Sempre. E che bisogna rifuggire dalla tentazione di fare titoloni ad ogni costo. Meglio lasciare queste cose ai giornali di gossip.
Un'altra fotografia in "soggettiva" del suolo di Marte (Nasa).
A questo punto, però, qualcuno si chiederà se abbia senso spendere tanto denaro per mandare queste sonde su Marte. Soprattutto in momenti di difficoltà economica. Si potrebbe rispondere che Curiosity al contribuente americano costa un dollaro l’anno, meno del caffè che prendiamo al bar. E che, grazie a questa e alle altre spedizioni spaziali, sta cambiando completamente la visione che abbiamo di Marte, dell’evoluzione del suo clima, della formazione dell’intero Sistema Solare e della nostra Terra. Possiamo parlare delle ricadute tecnologiche o ipotizzare un futuro in cui l’umanità colonizzerà altri mondi. La ragione vera, però, è nel nome stesso di quella sonda: Curiosity. Perché tutti gli animali mangiano, dormono, si riproducono. Porsi domande, esplorare, scoprire è proprio solo dell’uomo. Per chi crede, un dono di Dio.
Giancarlo Riolfo