09/01/2013
"Impressioni d'artista" di pianeti extrasolari scoperti dal telescopio spaziale Kepler: per esempio, Kepler 22b è un corpo celeste grande 2,4 volte la Terra, che si trova alla distanza giusta dalla propria stella per poter avere acqua liquida e magari essere abitabile.
«I cieli narrano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annuncia il firmamento». Così inizia il Salmo 18, attribuito dalla tradizione al re Davide. Quello che il sovrano d'Israele e i suoi contemporanei non potevano immaginare è la grandezza dell'universo e la sua sorprendente complessità. Fra le notizie delle ultime ore, quella della scoperta da parte dell'osservatorio spaziale Kepler della Nasa di ben 461 nuovi pianeti extrasolari. Che si aggiungono a quelli già censiti dalla navicella e ne portano il numero totale a 2.740, in orbita attorno a 2036 stelle. Quattro dei nuovi corpi celesti, inoltre, hanno dimensioni simili a quelle della nostra Terra e si trovano a una distanza dal loro sole tale da permettere la presenza sulla loro superficie di acqua liquida. E, quindi, almeno in teoria, potrebbero essere abitabili.
Kepler 16b è anch'esso un pianeta roccioso forse simile alla Terra, ma ha la caratteristica di appartenere a un sistema con due soli.
La missione Kepler, iniziata nel 2009, ha come obiettivo proprio il censimento dei pianeti appartenenti ad altri sistemi solari. Il telescopio, che orbita attorno al Sole, è controllato dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory: un centro di ricerca creato dalla Nasa in collaborazione con il prestigioso California Institute of Technology (Caltech) che sorge a Pasadena, un sobborgo di Los Angeles. Proprio gli astronomi del Caltech, utilizzando i dati raccolti dall'osservatorio spaziale Kepler, hanno provato a calcolare il numero dei pianeti presenti nella nostra galassia. La loro stima è di almeno di cento miliardi. Una cifra da capogiro, che – attenzione – è prudenziale e si riferisce soltanto alla galassia alla quale noi apparteniamo. E nell'universo le galassie sono centinaia di miliardi.
Kepler 11 è una stella che ha 6 pianeti.
Dunque, esistono un'infinità di mondi. Abitati? Forse. Per ora non lo sappiamo e magari non lo sapremo mai. Certo che da centro dell'universo, come l'immaginavano gli antichi, la nostra Terra è dapprima passata in periferia. Quindi, sembra aver perso la sua unicità. E noi uomini ci sentiamo sempre più piccoli. Anzi, piccolissimi. Capaci, però, di scrutare il creato, di comprenderne le leggi e di farci delle domande. E questo, per chi crede, è un segno di Dio.
Giancarlo Riolfo