È partita la maratona rosa del Web

Inizia il 30 marzo e dura due mesi "web@lfemminile", la kermesse on line che Microsoft dedica al tema "Donne e partecipazione", con possibilità di commenti via Twitter.

30/03/2012
Roberta Cocco, direttore del settore di Responsabilità sociale di Microsoft Italia.
Roberta Cocco, direttore del settore di Responsabilità sociale di Microsoft Italia.

    Che ci piaccia o no, oggi è impossibile "partecipare" in qualsiasi ambito se non si padroneggia la tecnologia. Ed è proprio al tema della partecipazione che un'azienda leader nelle tecnologie come Microsoft dedica web@lfemminile, una kermesse on line sui tanti modi di partecipare delle donne che inizia il 30 marzo e rimarrà aperta fino al 31 maggio sul sito www.webalfemminile.it. E' la quinta edizione dell'iniziativa, che l'anno scorso ha collezionato 200.000 contatti unici.

    In questi due mesi tutte le donne, ma anche gli uomini che sono interessati alle molte sfaccettature del mondo femminile, sono invitati a collegarsi, con la possibilità di interloquire e commentare attraverso l'hashtag per Twitter #Partecipaanchetu. A Roberta Cocco, direttore del settore di Responsabilità sociale di Microsoft Italia e da anni paladina di una tecnologia che acceleri le pari opportunità, chiediamo una spiegazione sui motivi e i contenuti dell'iniziativa.

Roberta Cocco, come raccontate la "partecipazione delle donne" in web@lfemminile?
    
«Quest'anno abbiamo raccolto contributi su questo tema: quanto è importante per le donne partecipare? Quanto è importante che in tutti gli ambiti (economico, sociale, politico) ci sia il contributo delle donne? Quindi ci siamo chiesti a che punto siamo in questo ambito, cosa ci manca ancora, quali sono gli strumenti e i vantaggi che una maggiore partecipazione delle donne può portare. Per rispondere abbiamo declinato l'argomento attraverso dieci canali tematici: politica, economia, formazione, lavoro, tecnologia, comunicazione, sociale, bellezza, imprenditoria, finanza & risparmio, famiglia. Canali nei quali abbiamo inserito testimonianze, approfondimenti, dati, contenuti esclusivi e iniziative speciali. Il nostro obiettivo è mantenere elevato il dibattito sul tema della partecipazione, offrendo questo dibattito e i nostri contenuti al numero più ampio possibile di donne attraverso una piattaforma digitale. È così facile, ovunque ci si trovi, attraverso il proprio pc essere a contatto con un universo molto ampio».

Si partecipa alla kermesse entrando nel sito www.webalfemminile.it.
Si partecipa alla kermesse entrando nel sito www.webalfemminile.it.

 Come può la tecnologia aumentare la partecipazione delle donne?
    
«Devo fare una premessa importante: le donne non devono mai tirarsi indietro. Perché il valore che portano è un valore che serve a loro come persone, ma serve anche tantissimo al Paese, che ne ha un gran bisogno. Spesso noi donne ci tiriamo indietro perché, da una parte, non ci sentiamo mai a posto. Lo vedo anche quando faccio i colloqui di lavoro con le giovani, tranne qualche rarissimo caso. Se intervisti un uomo, si dice perfetto per qualunque cosa tu gli chieda. Intervisti una donna, e le prime dieci cose che ti dice riguardano il perché non sarebbe brava a svolgere quel lavoro. Noi, purtroppo, dobbiamo ancora imparare a valorizzarci. Quanto alla tecnologia, innanzi tutto aiuta a essere al passo con i tempi. Quando sento tante amiche dire: "No, per carità, il computer lo uso solo in ufficio" oppure "Ma no, io lo smartphone non lo utilizzo", lo trovo sbagliato, perché ci servono per il nostro lavoro ma anche per rimanere in contatto con i nostri figli».


Per comunicare con l'universo dei "nativi digitali"...
    «Sì, e dobbiamo essere esperte nelle tecnologie almeno quanto loro, perché altrimenti perderemmo una modalità di comunicazione che invece per i ragazzi è importantissima. Ma la risposta vera alla domanda è che la tecnologia ci aiuta tantissimo nella conciliazione tra lavoro e vita privata. Ci aiuta nel valutare quanto ormai sia veramente superato il dilemma "scelgo il lavoro" o "scelgo la famiglia"».

In Italia siamo ancora molto lontani dall'obbligo europeo del 60% di donne al lavoro...
    «E' vero che il momento è difficile, ma proprio perché è difficile ora pochissime famiglie ce la fanno con uno stipendio solo. Le donne devono lavorare, per le loro famiglie, per non avere magari il problema di rimanere in una situazione difficile se uno perde il lavoro, e devono lavorare perché più lavoro femminile accelererebbe l'economia. Fior di studi dimostrano che una maggiore penetrazione delle donne nel mondo del lavoro aiuterebbe il Pil. Il mio impegno e il mio contributo al dibattito sulle tematiche femminili è un contributo per l'economia, per il lavoro e il valore che noi donne possiamo dare».

Rosanna Biffi
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