22/07/2012
Alcune immagini, create con la computer grafica, del rover Curiosity in atterraggio su Marte e al lavoro sul pianeta "rosso". Il veicolo raccoglierà campioni di rocce e di terreno. Altri strumenti studieranno l'ambiente ed eventuali condizioni favorevoli alla vita (Nasa).
Si avvicina il momento della verità per la più importante missione della Nasa diretta su Marte. Alle 22,31 del 5 agosto, ora della California (le 7,31 del 6 agosto in Italia), il rover Curiosity toccherà il suolo nel cratere Gale. La discesa durerà sette minuti, durante i quali la navicella con il robot a sei ruote motrici dovrà frenare bruscamente, passando da più di 21 mila ad appena 2,7 chilometri l'ora: velocità alla quale dovrà posarsi sulla superficie marziana.
(Nasa)
Sette minuti durante i quali al centro di controllo missione del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, vicino a Los Angeles, molti resteranno con il fiato sospeso. Curiosity non è il “solito” robottino grosso come una cassetta di frutta: a differenza dei suoi predecessori, è grande come un'automobile e pesa una tonnellata. Ragione per la quale la Nasa ha dovuto abbandonare l'ormai collaudato sistema dell'atterraggio con il paracadute e un grappolo di airbag a proteggere il prezioso carico per un sistema assai più complesso. In parole semplici, la navicella con Curiosity si fermerà a mezz'aria sostenuta da motori a razzo e calerà il robot con un sistema di cavi e di verricelli.
(Nasa)
«Il successo dipende dal perfetto svolgimento di centinaia di eventi, tutti controllati autonomamente dai computer della sonda», spiega Pete Theisinger, responsabile della missione al Jet Propulsion Laboratory. «Noi pensiamo che Curiosity arriverà sano e salvo, ma non ne possiamo essere sicuri. I rischi sono tanti».
(Nasa)
Dopo l'atterraggio, il robot sarà sottoposto a un complesso check-up che durerà alcune settimane. Dopo di che il veicolo potrà iniziare a muoversi e a svolgere la sua missione, utilizzando un carico di apparecchiature scientifiche 15 volte maggiore rispetto ai rover utilizzati sinora. Con il lungo braccio meccanico raccoglierà campioni di rocce e di terreno che saranno analizzati dal laboratorio presente a bordo, che utilizza uno spettrometro laser per identificare gli elementi chimici. Altri strumenti studieranno l'ambiente, con particolare riferimento alle condizioni favorevoli alla vita.
«Le precedenti missioni - dice Michael Meyer, responsabile scientifico dei programmi della Nasa di esplorazione di Marte - hanno dimostrato che in passato il pianeta aveva un ambiente ricco d'acqua. La ricerca della vita è il passo logico successivo».
Giancarlo Riolfo