Sembra l’Arabia, ma è Titano

Le dune sul satellite di saturno sembrano simili ad alcune terrestri, ma è stato scoperto che...

07/02/2012

Alice Le Gall, del Laboratoire.Atmosphères, Milieux, Observations Spatiales di Parigi, in collaborazione con la Nasa, ha scoperto che le dimensioni delle dune di Titano, satellite di Saturno, esteticamente così simili a quelle dei deserti della Namibia o dell'Arabia Saudita, dipendono da due fattori geografici: altitudine e latitudine. Larghe anche uno o due chilometri, lunghe centinaia e alte fino a 100 metri, a differenza di quelle terrestri, composte prevalentemente da silicati, sono a base di idrocarburi solidi che, precipitando dall'atmosfera, si aggregano in granelli minuscoli secondo un processo che gli scienziati stanno ancora cercando di decifrare.


Come si legge in un articolo comparso sul sito dell'Inaf, relativamente all'altitudine: «Le principali distese di dune si trovano per lo più in basso, nelle zone di pianura. Le dune ad alta quota tendono a essere più strette, maggiormente distanti l’una dall’altra e con una copertura sabbiosa più sottile, come se ad altitudini elevate ci fosse meno sabbia rispetto a quella disponibile in pianura. Quanto alla latitudine, su Titano le dune sono confinate alla fascia equatoriale, fra i 30° sud e i 30° nord. Con un’asimmetria: nell’emisfero settentrionale tendono a essere, come ad alta quota, più strette e maggiormente distanti l’una dall’altra rispetto a quanto non accada alle latitudini più a sud». 

Un’asimmetria, quest’ultima, che gli scienziati attribuiscono all’ellitticità dell’orbita di Saturno. Le stagioni, su Titano, dipendono infatti dall’orbita percorsa da Saturno attorno al Sole. Poiché questa impiega circa 30 anni terrestri, la durata media di una stagione, su Titano, è di 7 anni abbondanti. A causa della leggera ellitticità dell’orbita, però, non tutte le stagioni sono uguali: nell’emisfero sud di Titano, per esempio, le estati sono più brevi e più intense. Questo comporta che, nelle regioni meridionali, l’umidità che si registra in superficie – dovuta alla presenza nel terreno di vapori d’etano e metano – sia inferiore. E i grani di sabbia, essendo più asciutti, sono anche più soggetti a essere trasportati dal vento, formando così le dune con maggiore facilità.

Leonardo Volta
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