22/05/2012
E’ partita stamani da Cape Canaveral, in Florida, la prima missione affidata dalla Nasa a un’azienda commerciale, che utilizza un razzo e una navicella di propria progettazione e costruzione: la californiana SpaceX. Dopo il problema tecnico a un motore che sabato aveva interrotto il conto alla rovescia all’ultimo istante, oggi tutto è filato liscio. Il lanciatore Falcon 9 si è sollevato dalla rampa di lancio alle alle 9,44 ora italiana, portando in orbita la capsula Dragon con provviste e materiali diretti alla Stazione Spaziale Internazionale. Più che recapitare il carico (circa mezza tonnellata), lo scopo della missione è collaudare il nuovo sistema di trasporto automatico al quale l’agenzia spaziale americana si affiderà nei prossimi anni. Soprattutto, provare la delicata fase dell’avvicinamento e dell’attracco alla Stazione. Ecco la simulazione del lancio in un video girato in computer grafica:
La navicella Dragon è guidata dai computer e, a differenza della russa Progress e dell’europea ATV, tornerà sulla Terra ammarando appesa ai paracadute. Non solo. E’ in avanzata fase di sviluppo una versione modificata, capace di ospitare sette astronauti e dotata di un sistema di salvataggio in caso di incidente durante il lancio. Insomma, ciò di cui la Nasa ha bisogno oggi, dopo l’uscita di scena dello Shuttle.
La decisione dell’agenzia governativa di affidarsi ai privati ha sollevato discussioni e critiche. Non per scarsa fiducia nella libera impresa, ma a molti (fra questi Neil Armstrong) è sembrato che questo fosse un sintomo di una crisi profonda della Nasa, in un momento in cui i fasti della conquista della Luna appaiono come un lontano ricordo.
Per Elon Musk, 40 anni, ideatore di PayPal e fondatore della SpaceX, si tratta soltanto il naturale passaggio dalla fase pionieristica a quella di impiego commerciale dell’orbita terrestre. Grazie ai privati, fra l’altro, la Nasa potrà concentrare le sue risorse sui programmi scientifici e di esplorazione del sistema solare. Non soltanto con sonde automatiche, ma anche con missioni umane. A testimoniare questo rinnovato impegno è la ripresa dello sviluppo di un lanciatore pesante simile al razzo lunare Saturn 5 e della capsula spaziale Orion, concepita per portare astronauti verso la Luna, gli asteroidi e, in un futuro più lontano, Marte.
Giancarlo Riolfo