Vantaggi e rischi con iCloud

Ecco come funziona la “nuvola digitale”, novità di Apple

13/06/2011

La Apple ha lanciato un nuovo prodotto, l’iCloud, una nuvola digitale dove si possono archiviare  applicazioni, file, documenti e averli sempre a disposizione su tutti i propri strumenti informatici, dall’iPad all’iPhone, dal computer all’iPod. Insomma, invece di trasferire i file su chiavetta o ricordarsi di spedirli, è possibile accedere a una spazio riservato nell’etere. Abbiamo chiesto a Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Cloud & ICT del Politecnico di Milano, di spiegarci come funziona, quali sono i vantaggi e i rischi.

Che cos’è l’iCloud?
Ciò che la Apple ha annunciato non è una novità assoluta dal punto di vista tecnologico, già con Google e Microsoft si possono avere contenuti, dati e applicazioni in rete. La vera novità è commerciale, perchè rispetto ad Amazon, Google e Microsoft il vantaggio della Apple è quella di offrire un grande numero di apps che tutti gli utenti possono avere: ebook store, music store, sistemi come iTunes creano fidelizzazione e spingono a una standardizzazione. Il cloud computing, però, è una modalità che esiste da tempo e permette di accedere alle risorse informatiche attraverso la rete: invece di tenerli sul mio computer dati, applicazioni, periferiche, contenuti sono accessibili attraverso la rete. Un po’ come accade con la posta elettronica se si usa la web mail. Di per sé sono su dei service che non sappiamo neppure dove sono. 

I vantaggi sono evidenti, ma quali rischi sul fronte della privacy?
Di per sé questo sistema non introduce dei nuovi rischi, anche perchè già oggi ogni applicativo e ogni dato connesso alla rete può essere soggetto ad attacchi: basta pensare a quanto è accaduto lo scorso aprile a Sony, con la violazione dei service e di milioni di account. Il fatto che tutto sia in rete comporta un’intrinseca insicurezza. è bene usare con prudenza questi strumenti, stando sempre attenti al materiale che si mette on line o che si condivide in rete. Su questo fronte il primo passo è quello dell’educazione dei figli a utilizzare bene queste tecnologie.  

Quale deve essere il ruolo dei genitori?
Le famiglie non possono essere lasciate sole, anche perché spesso i genitori non conoscono sufficientemente bene questi strumenti. La trasparenza della rete ha dei vantaggi, posso verificare quanto mio figlio sta su internet, quali siti frequenta e bloccare l’accesso ad alcune pagine. Ma allo stesso tempo è un rischio, soprattutto in età adolescenziale: è giusto utilizzare social network e motori di ricerca, ma con prudenza. Quello che spesso i ragazzi non considerano è che in rete tutto è indelebile e resta nel tempo. Quelle stesse foto che oggi si condividono con gli amici un giorno saranno visibili al nostro datore di lavoro. La tecnologia porta a una sempre maggiore condivisione di contenuti, quindi non servono leggi ma una buona educazione al loro uso.

Eleonora Della Ratta
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