16/04/2011
L’Italia non è prima solo nella lista dei beni culturali dell’umanità: le Nazioni Unite ci riconoscono per esempio un altro primato, quello di Paese mediterraneo con le maggiori quantità di servizi ambientali offerti dal mare. Secondo l’Onu sono 26 le aree marine protette che tengono al sicuro gran parte del patrimonio naturale italiano, e nella tutela dalle risorse del paesaggio gioca un ruolo fondamentale la salvaguardia del valore economico di queste aree. Un motivo di vanto, ma anche lo sprone a migliorarsi così come evidenziato allo Yacht Med festival 2011, che a Gaeta (Latina) ha offerto opportunità per ragionare sul mare (non solo quello “nostrum”) e su un indotto capace di creare produttività e posti di lavoro.
Non solo business. Perché la kermesse, giunta alla quarta edizione, ha rappresentato anche e soprattutto un momento di confronto fra interlocutori riconducibili in una maniera o nell’altra al mare. Sul lungomare gaetano, oltre 240 espositori hanno aperto le porte al pubblico mettendo in vetrina le proprie eccellenze: dal comparto della cantieristica navale, che ha schierato 120 imbarcazioni “testate” da addetti ai lavori e semplici curiosi, alle 40 imprese del settore ambiente che hanno esposto novità in termini di ecosostenibilità in un’apposita area “green”, il Villaggio Emissioni zero. Il tutto senza tralasciare l’appetito e il gusto, al centro del Med Village, dove istituzioni e aziende dell’enogastronomia e dell’artigianato hanno esposto i prodotti dell’area.
«La scelta di realizzare in questo golfo lo Yacht Med festival», ha spiegato il presidente della Camera di commercio di Latina Vincenzo Zottola, deus ex machina della manifestazione, «è un atto d’omaggio alla centralità marittima che la città di Gaeta ha ricoperto fin dal quinto secolo intrattenendo, al pari delle quattro Repubbliche marinare, una fitta rete di relazioni e rapporti commerciali con le sponde del Mediterraneo». Intenso il programma di forum e meeting. Fra questi il secondo seminario nazionale degli istituti tecnici nautici ("La certificazione delle competenze, il sistema di qualità, gli standard stcw dei percorsi educational nell’indirizzo trasporti e logistica"), tre giorni di dibattito utili per ragionare e soprattutto ottimizzare il processo di formazione di studenti pronti a entrare nel mondo del lavoro. Per la cronaca, sono 40 in Italia gli istituti nautici, circa 20mila gli
studenti: numeri di un comparto che offre ai diplomati posti di lavoro
nonostante la crisi. Merito della selettività, ma pure della capacità di
formare, da parte del “nautico”, diplomati capaci di farsi subito largo
nel mondo del lavoro.
Di spiccato interesse anche il convegno "GreenItaly – La nautica italiana: reti, territori e sostenibilità" e l’appuntamento internazionale "Il Mediterraneo in poesia". Altro incontro da menzionare, stavolta legato ai prodotti italiani in crescita, "Le nuove sfide per l’agro-alimentare tra biotecnologie e dieta mediterranea": il dibattito è stata l’occasione per ribadire la leadership del prodotto kiwi italiano, che ha nella provincia di Latina la sua roccaforte produttiva oltre che commerciale visto e considerato che a livello nazionale il kiwi ha superato quest’anno in produzione il rivale neozelandese. Il convegno ha preso in esame le principali produzioni tipiche di
qualità (un esempio: l’olio d’oliva locale), analizzando le potenzialità
di sviluppo collocate tra biotecnologie e dieta mediterranea. «Lo Yacht Med festival», ha detto Zottola, «è solo il primo passo verso la definizione di strategie comuni che possano valorizzare le stesse eccellenze, consolidare i punti di forza e lavorare sulle debolezze».
Massimiliano Morelli