12/04/2011
Gonfiore, pesantezza di stomaco, digestione laboriosa. Quasi sette italiani su dieci ne soffrono almeno una volta alla settimana e più di nove su dieci hanno accusato questi fastidiosi malesseri una volta nella loro vita: un plebiscito. Sono i dati che emergono dall’indagine, “Gli italiani e i piccoli disturbi della digestione”, condotta da Astra Ricerche per conto di Effervescente Brioschi su un campione rappresentativo dei circa 38 milioni e mezzo di connazionali tra i 18 e i 65 anni.
Malessere trasversale
Digerire male accomuna tanto gli uomini quanto le donne. A farne le spese sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni e gli adulti tra i 45 e i 54 anni. Per una parte di costoro il disagio è tale da scombussolare la vita affettiva, sociale e lavorativa per oltre 40 giorni all’anno. Rispetto a un’analoga indagine Astra del 1998, è stata registrata una maggiore diffusione del problema (più 13 per cento), in particolare tra i 25-34enni del Nord Italia e tra quelli che vivono in famiglie con under 15.
Ma considerando solo chi ha lo stomaco che va in tilt con frequenza almeno settimanale, la crescita è stata addirittura del 27 per cento.
Cinque fattori negativi
Tra i fattori negativi che condizionano la digestione, in prima fila sul banco degli imputati ci sono il deterioramento delle abitudini alimentari, lo stress esistenziale e il peggioramento del tono dell’umore. Non va inoltre sottovalutata, in questi ultimi anni, la crisi economico-sociale che sembra influire non solo sul bilancio di tante famiglie, ma pure sulla salute.
Risultato: il 42 per cento di quelli che soffrono di cattiva digestione la vive così male da divenire preda di irritazione, rabbia, frustrazione. Nel dettaglio, per circa 9 milioni di italiani i problemi lavorativi sono il rospo più duro da digerire: non a caso da gennaio è stato introdotto, per i datori di lavoro, l’obbligo di valutare lo stress dei propri dipendenti, allo scopo di individuare le possibili cause di infortuni o di danni diretti alla salute.
Per oltre 5 milioni i disturbi digestivi sono riconducibili alla fretta e alla caoticità della vita odierna, mentre per un egual numero le fonti del malessere sono le malattie, i lutti e i conflitti in famiglia, con gli amici, i colleghi, i vicini di casa. Per 4 milioni e mezzo, il dito va puntato contro le difficoltà economiche dovute alla crisi, l’arroganza e la prepotenza che si sono insinuate nella società. Altri 4 milioni, infine, mettono sotto accusa le delusioni d’amore.
Benefiche effervescenze
Il 50 per cento degli intervistati cerca di rimediare alla pesantezza dopo i pasti ricorrendo a preparati, tipo gli effervescenti granulari e il tradizionale bicarbonato di sodio. Gli altri puntano invece sul contingentamento degli alimenti considerati pericolosi per il benessere dello stomaco: dunque, niente superalcolici, meno bicchieri di vino, taglio delle tazzine di caffè, riduzione delle dosi di cioccolato. Per gli esperti del ramo, un’alimentazione sana è l’antidoto naturale più indicato per contrastare le insidie portate dallo stress e dalle tensioni quotidiane sull’apparato digestivo. “C’è uno stretto collegamento", afferma la gastroenterologa Lydia Soletti, "tra il cervello e la pancia, dovuto sia alla connessione del sistema nervoso autonomo e di quello nervoso enterico, sia alla presenza dello stesso gruppo di ormoni nel cervello e nel tratto gastrointestinale. Dare il giusto tempo al momento del pasto, scegliere cibi leggeri e poco conditi: sono le due semplici regole da seguire per affrontare una giornata faticosa e stressante, senza accusare un fastidioso senso di pesantezza e gonfiore”.
Sapienza a tavola
* Prima colazione: da fare a casa con latte o yogurt, frutta, succo di frutta, biscotti secchi o fette biscottate o cereali, miele o marmellata per un buon rifornimento di energia. Dedicare, se possibile, almeno un quarto d’ora a questo momento strategico per iniziare la giornata con la giusta carica.
* Break di metà mattina: se necessario per spezzare il senso di fame, un frutto o qualche cracker a basso tenore di sale e grassi, una tazza di tè.
* Pranzo: pasta al pomodoro o con ragù di verdure, oppure un secondo di carne, o pesce, o bresaola con contorno di ortaggi freschi, frutta. In alternativa, pizza margherita una o due volte alla settimana. Quando non c’è niente di meglio, panino con imbottitura soft (salumi magri, roastbeef, arrosto freddo), poco sale, senza salse. Acqua non gassata o effervescente naturale, evitare bevande alcoliche e bibite zuccherine.
* Merenda pomeridiana: per imbrigliare la fame, una piccola fetta di crostata alla frutta, o marmellata, con una tazza di tè.
* Cena: a seconda di ciò che si è mangiato a pranzo, un primo o un secondo oppure, meglio ancora, un piatto unico (pasta con legumi, o ragù di carne o di pesce), accompagnato da verdura, frutta e, se piace, un bicchiere di vino doc.
Maurizio Bianchi