Arte e musica, donne più felici

Secondo una ricerca scientifica promossa dalla Fondazione Bracco, le attività culturali come le visite ai musei e i concerti incidono fortemente sul benessere dell'universo femminile.

10/03/2011

    Se qualcuno di recente ha sostenuto che con la cultura non si mangia, non si può certo dire che la cultura non faccia bene alle persone. Leggere un romanzo, visitare un museo, seguire un concerto di musica classica o andare all'opera rendono le persone, e in particolare le donne, più felici. Molto più che il reddito elevato o il tipo di professione che si svolge, a far stare bene la popolazione femminile è la cultura. E' il risultato di una ricerca scientifica che indaga l'impatto delle pratiche culturali sul benessere psicologico dei cittadini, realizzata dalla Doxa per la Fondazione Bracco in collaborazione con l'assessorato alla Salute di Milano (presentato a Milano al convegno "Donne e benessere psicologico: stili di vita, salute e cultura). Attraverso l'uso di uno strumento chiamato Psychological general well-being index (Indice di benessere piscologico generale) l'indagine ha calcolato l'influenza delle pratiche culturali e sociali sulla felicità dei cittadini milanesi, in modo particolare delle donne.

    Come rileva il dottor Enzo Grossi della Fondazione Bracco, la ricerca è significativa perché fino a oggi le attività culturali e del tempo libero non erano mai state considerate dal punto di vista scientifico come fattori che incidono sulla qualità dello stato psicologico delle persone in una metropoli. «E' assodato che frequentare concerti, teatri, cinema, mostre e leggere libri aumenta la percezione del proprio benessere, la cultura migliora la qualità della vita di ogni individuo», dice Grossi. «Lo stato di benessere di Milano è posizionato a livelli tendenzialmente superiori a quelli riscontrati con ricerche parallele nell'Italia del Nord».

    Attraverso la ricerca, è stato rilevato un livello superiore di felicità nelle persone che vanno al cinema almeno tre volte l'anno rispetto a chi non ci va. Lo steso vale per il teatro, i concerti, il balletto, i musei: chi ha partecipato a più di dieci concerti di musica classica in un anno presenta un tasso di benessere superiore di 10 punti rispetto alla media. In particolare, la cultura è molto importante e influente sullo stato psicologico della popolazione femminile di Milano: dopo l'assenza di malattie, quindi un soddisfacente stato di salute fisica, le attività di svago e cultura si attestano al secondo posto tra i fattori percepiti dalle donne come fondamentali per il loro benessere.

     Del resto, in vari Paesi si è capito già da tempo che la cultura gioca un ruolo centrale nella vita e nello sviluppo di un popolo. Dopo il piccolo Stato himalayano del Buthan - che nel 1972 introdusse il Fil (Indice di felicità nazionale lorda) basato sul connubio tra sviluppo economico e valori morali e spirituali - oggi anche la Francia di Sarkozy e, di seguito, la Gran Bretagna di David Cameron hanno introdotto l'Indice di felicità, che sostituisce almeno in parte il Pil (Prodotto interno lordo), ritenuto non più adeguato a misurare la qualità di vita dei cittadini. In tempi di crisi, insomma, anche l'Europa sta cambiando: il reddito e i consumi, da soli, non danno più la felicità.  

Giulia Cerqueti
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