Lo sci fa male. Agli uomini

Sono soprattutto i maschi, anche giovani, le vittime degli incidenti. Qualche consiglio per prevenirli e per guarire meglio

20/12/2011

Distorsioni, contusioni, lussazioni, fratture possono rovinare le giornate di vacanza sulla neve. Secondo i dati rilevati dal Sistema di sorveglianza epidemiologica SIMON (Sorveglianza degli Incidenti in Montagna), attivo dal 2003 presso il reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 35 mila ogni anno in Italia le persone vittime di infortuni sugli sci, su due milioni e mezzo di cittadini che si cimentano sulle piste. A farsi male sono soprattutto gli uomini, anche piuttosto giovani, che preferiscono lo sci da discesa (il 78,7% delle cause di incidenti), mentre meno frequenti risultano gli infortuni dovuti allo snowboard (17,5%), anche perché questa attività è molto meno praticata.

Nel  77 % delle lesioni,  il fattore più importante è costituito dallo stesso sciatore
, che perde il controllo per la velocità troppo elevata, per il terreno, per le condizioni della neve e cade, mentre soltanto l’11,3% avviene per uno scontro con altro sciatore. L’impatto si traduce soprattutto in distorsioni (32,8%) e di queste il 94,2% è a carico degli arti inferiori. Seguono le contusioni (27,4%), le fratture (15,7%), le lussazioni (8,7%) e le ferite (8%). Le parti del corpo più interessate da questi incidenti sono le ginocchia e le mani (più precisamente il pollice e le spalle).

Prevenire gli infortuni è possibile: è sufficiente seguire alcune regole di comportamento. Per prima cosa bisogna seguire un corso di ginnastica presciistica prima di recarsi in montagna. Una muscolatura più tonica permette di reagire meglio in caso di cadute. Munirsi di una corretta attrezzatura sportiva: non solo sci e scarponi devono essere di qualità, ma anche l’abbigliamento deve essere appropriato: il gelo raffredda i muscoli rendendoli meno reattivi. Importantissimo è l’uso del casco, per evitare traumi cranici in caso di caduta.  Un altro accorgimento utile sarebbe quello di regolare gli attacchi degli sci come se si pesasse quasi la metà del proprio peso corporeo (se si pesano, ad esempio, 80 chilogrammi, regolare gli sci come se si pesassero 50-60 chilogrammi) in modo che in caso di caduta si stacchino tempestivamente senza arrecare danni.  Mangiare in modo corretto: fare un’abbondante prima colazione ricca di zuccheri (a esempio, fette biscottate e marmellata) ed evitare pranzi troppo pesanti. Evitare anche di assumere alcolici, che possono rendere più imprudenti.

Che cosa fare in caso di infortunio

Una contusione è il più delle volte un evento trascurabile che non compromette l’attività sportiva. Tuttavia, se il dolore persiste e non permette di riprendere a sciare, è meglio fermarsi e applicare sulla parte contusa neve o ghiaccio.
Al termine della giornata può essere utile spalmare un prodotto per uso locale (gel, crema, unguento) per facilitare il riassorbimento dell'ematoma.

In caso di lussazioni è  necessario recarsi subito in pronto soccorso, dove si sarà sottoposti alla cosiddetta riduzione della lussazione, una manovra che serve per riportare l'articolazione della spalla alla posizione originaria; questa operazione deve essere eseguita da personale competente ed esperto, altrimenti si rischia di compromettere seriamente l'articolazione. La spalla e il braccio vengono poi immobilizzati per 3 o 4 settimane per consentire la cicatrizzazione dei legamenti danneggiati. Nel caso in cui non si riesca a recarsi da soli in pronto soccorso, è meglio attendere i soccorsi lontano dalla pista; se il trauma non lo permette, è opportuno segnalare la presenza dello sciatore in difficoltà in modo visibile (per esempio con gli sci incrociati piantati nella neve a breve distanza).

In caso di distorsioni è sempre meglio evitare l'iniziativa personale, con il rischio di sottovalutare il trauma o peggiorare la situazione; recarsi nel pronto soccorso più vicino è la soluzione migliore: si sarà sottoposti a esami per rilevare la presenza di lesioni più impegnative, per le quali può essere necessario il ricorso a tutori di gesso o a ginocchiere di plastica. Se gli esami evidenziano la rottura dei legamenti interni o crociati, è necessario un intervento chirurgico per ricostruire la parte lesionata. 
Nel caso in cui si tratti di un trauma grave può essere necessario ricorrere a un ospedale più attrezzato.
Se invece è necessario attendere l'arrivo dei soccorsi, è importante comportarsi come spiegato per le lussazioni. È necessario tenere la zona traumatizzata il più possibile immobile; nel caso di distorsioni alla caviglia o al ginocchio sdraiarsi e tenere la gamba sollevata, nel caso del polso o del gomito, tenere il braccio appoggiato al torace. La persona infortunata va coperta e tenuta al caldo, con la testa leggermente sollevata; è preferibile evitare di lasciarla sola.

In caso di fratture
è  necessario recarsi al pronto soccorso più vicino dove si sarà sottoposti a esami per individuare il tipo di lesioni. Il trattamento dipende dalla gravità del trauma: se la frattura è risolvibile con un'ingessatura, il periodo richiesto è di 3 o 4 settimane; se è più grave, si verrà sottoposti a un intervento chirurgico che può tenere lontani dalle piste almeno per sei mesi. In base alla gravità del trauma può essere necessario ricorrere a un ospedale più attrezzato. Come per i traumi di grave entità, quando è necessario attendere l'arrivo dei soccorsi, è importante tenere la zona traumatizzata il più possibile immobile; la persona infortunata va coperta e tenuta al caldo, con la testa leggermente sollevata; è preferibile evitare di lasciarla sola.

Stefania Marchisio
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