24/06/2011
Un insetticida anti-zanzare da spruzzare nel verde per disinfestare prati e giardini (nei centri Viridea).
Fine della primavera, inizio dell’estate. Dagli armadi si riportano alla luce gli abiti più leggeri per meglio resistere al gran caldo, spesso appesantito dall’umidità. E, insieme, rispunta dai cassetti l’arsenale per combattere una guerra ininfluente per i destini del mondo, ma comunque crudele e cruenta: quella contro le zanzare, che nel caldo umido ci sguazzano.
Grosso modo da maggio a ottobre, ma in diverse località pure in altri mesi dell’anno, questi minuscoli ma determinati incursori non risparmiano praticamente a nessuno i fastidiosi ronzii che fanno perdere il sonno e le punture che scatenano gonfiori pruriginosi (i pomfi) e talvolta, specie nei più piccoli, irritazioni che si protraggono per giorni. Non a caso, secondo una recente indagine condotta da Astra per Vape Foundation, gli stati d’animo abitualmente espressi dalle vittime nei confronti dei microaguzzini sono rabbia e, addirittura, odio.
Per loro, gli insetti, pungere è una questione di sopravvivenza. Le femmine, infatti, devono cavare sangue da uomini e animali (inoculando sotto la pelle una tossina anticoagulante e anestetica) per procurarsi le proteine necessarie a far maturare le uova, da 300 a 500, che depositano sulla superficie di acque stagnanti dove si schiudono poi nel giro di una settimana. Anche nei centri urbani, dove abbondano tombini, sottovasi per piante, vecchi pneumatici abbandonati all’aperto. Una fatica grama per garantire alla prole un’esistenza che, in media, non va oltre la decina di giorni.
IN CITTA' LA ZANZARA TIGRE
* Della settantina di specie censite in Italia, sono tre quelle che turbano di più la tranquillità degli italiani: la zanzara comune, la zanzara tigre, la Aedes caspius. Quest’ultima è la cugina di campagna ed è capace di spostarsi anche di 30 chilometri alla volta. Le altre due abitano in città.
* Nessuna è gravemente pericolosa per la salute, come lo era la temuta anofele portatrice della malaria, praticamente debellata. Neppure l’aggressiva zanzara tigre, che sopravvive anche d’inverno e riesce a perforare persino gli indumenti. Il liquido che inietta con il pungiglione provoca reazioni cutanee piuttosto intense, ma finora ha risparmiato al Belpaese le malattie virali di cui è portatrice nelle regioni asiatiche da cui proviene.
* Tutte e tre, insomma, sono soprattutto noiose. Con un distinguo: la zanzara comune e la campagnola prediligono il crespuscolo e la notte per i loro raid, nascondendosi di giorno tra gli alberi; la tigre attacca nelle ore diurne, librandosi dai cespugli in cui trova rifugio per riposarsi.
Per difendersi di notte può servire una zanzariera da letto (questa a baldacchino è di Grigolite ed è in vendita on line).
La guerra alle zanzare non si combatte più tanto a racchettate e a smanacciate, soluzioni dettate dalla disperazione, quanto con l’arma della prevenzione. Su tre fronti, come affermano gli esperti del ramo.
1. Bloccare la riproduzione con la bonifica del territorio pubblico, che spetta alle amministrazioni comunali, e soprattutto degli spazi privati, che è compito dei cittadini. Per costoro, la strategia è elementare: spazzar via ogni forma di ristagno di acqua, così da impedire la deposizione delle uova. Allora: - svuotare i sottovasi di frequente o toglierli se non sono indispensabili, eliminare da terrazzi, balconi e giardini i recipienti in cui possa accumularsi acqua piovana; - coprire le cisterne per irrigazione con zanzariere elastiche a tenuta ermetica; - ripulire di frequente fontane e vasche ornamentali popolandole di pesciolini, come la Gambusia, che vanno pazzi per le larve; - curare la manutenzione dei tombini, irrorandoli in giusta misura con larvicidi rispettosi della salute e dell’ambiente; - rimuovere i tappi di fogliame dalle grondaie, prima che cominci la stagione delle zanzare.
* Un antidoto efficace e non tossico contro la proliferazione degli insetti è il rame. Basta deporre un pezzetto di filo o una barretta nei sottovasi e simili: a contatto con l’acqua, il metallo libera ioni attivi che neutralizzano le larve.
2. Tenere alla larga gli insetti, sbarrando loro la strada con:
- zanzariere scorrevoli alle finestre e alle porte-finestre, e a tendaggio sopra i letti (ma possono rendere difficoltoso il completo ricambio dell’aria);
- fornelletti elettrici per insetticidi liquidi o in piastrine, efficaci dentro casa ma non all’aperto, usando l’accortezza di accenderli almeno 30 minuti prima di soggiornare nei locali e mai a finestre chiuse, e adoperandoli comunque con cautela se ci sono bimbi e animali domestici;
- zampironi a base di derivati del piretro, da utilizzare solo all’aperto perché il materiale inerte della spirale, che brucia insieme all’insetticida, libera fumi tossici per le persone.
* Trappole massali, dispositivi a ultrasuoni, griglie elettriche e lampade a luce ultravioletta hanno una qualche validità, però non sono risolutivi perché intercettano solo una parte dei “nemici”. Rassicuranti, ma non decisivi, sono pure i preparati contenenti oli essenziali da diffondere negli ambienti.
3. Impedire di fare centro, mandando in tilt i sensori che permettono alle zanzare, dopo avere superato le barriere fisse, di localizzare anche al buio le loro vittime dalle emanazioni di calore e dagli odori del corpo. Nella loro evoluzione, i vampireschi insetti hanno imparato a scovare le prede seguendo pure le tracce di profumo, i fumi di cottura dei cibi, la luce irraggiata dalle lampadine.
* L’arma per la difesa ravvicinata è rappresentata dai repellenti da spalmare o spruzzare sulla pelle. Quelli chimici reputati di sicuro effetto (per esempio, dietiltoluamide, picridrina/icaridina, permetrina), con tanto di registrazione del Ministero della salute, si trovano nella maggior parte dei prodotti antizanzara in commercio. Il timbro ministeriale non autorizza però a usarli in dosi massicce, anzi il loro impiego va limitato al minimo indispensabile, in quanto sono potenzialmente tossici.
* Più tranquillizzanti sotto l’aspetto salutistico, ma meno risolutori nel respingere gli assalti, sono creme, spray e stick a base di estratti naturali come citronella, geraniolo, basilico, timo, estratto di salvia, lavanda, eucalipto.
* L’applicazione dei repellenti, sintetici e no, deve rispettare alcune regole ferree, dato che le sostanze vengono parzialmente assorbite nel sangue: - leggere sempre le istruzioni; - cospargere senza esagerare sulla pelle esposta o sui vestiti, mai sotto gli indumenti; - non utilizzare su ferite e irritazioni cutanee, né sui bimbi sotto i tre anni; - non spalmare sugli occhi e sulla bocca e poco sulle orecchie, né dirigere gli spray sulla faccia, ma spruzzare sulle mani e poi passarle sul volto; - pulire la pelle con acqua e sapone, e possibilmente lavare gli abiti, al rientro in casa.
* Per i bambini, che vengono crivellati più degli adulti in quanto hanno la pelle più acida, il rimedio maggiormente efficace, anche sotto il profilo della salute, è costituito dai prodotti a base di vitamina B, i quali sviluppano un odore repellente per gli insetti.
S.O.S. PUNTURE
* Se le misure difensive falliscono e si viene punti, è essenziale non peggiorare la situazione con rimedi fai-da-te. Per esempio, frizionare i pomfi con ammoniaca, alcol o ghiaccio irrita l’epidermide; il limone la rende fotosensibile per cui non si può stare troppo al sole. Senza contare che sfregare il gonfiore per sedare il prurito può aprire la via a infezioni cutanee.
* Se il fastidio della puntura è eccessivo o si protrae, rivolgersi al medico o al farmacista di fiducia per farsi consigliare il lenitivo più adatto oppure, nel caso di una forte reazione irritativa, la medicina giusta.
Maurizio Bianchi