02/03/2011
Lo sport fa bene, ma a livello agonistico può diventare anche causa di alcune malattie come la comparsa precoce di patologie a carico dell’apparato muscolo scheletrico. Mettere le scarpette al chiodo, poi, comporta un cambio troppo repentino nello stile di vita di un atleta: la riduzione dell’attività fisica è un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie come il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e obesità. Alla luce di questi risultati l’Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, insieme alla Regione, ha aperto il Cavrea, ovvero il Centro di assistenza, valutazione clinica e ricerca ex Atleti.
Lo scopo è quello di creare un centro per monitorare gli atleti professionisti dopo l’abbandono dell’attività sportiva per poter studiare eventuali modificazioni a carico dei diversi apparati. Là dove emergono patologie il Cavrea si attiva attraverso il servizio sanitario nazionale e le federazioni sportive per assistere gli ex atleti nelle cure. Negli anni l’attività del centro potrà essere molto importante per creare una banca dati nazionale in grado di fornire informazioni su eventuali correlazioni fra una prolungata attività fisica e alcune patologie, cercando così di prevenire problemi di salute per chi svolge attività sportiva anche a livello semiprofessionistico.
Ad affiancare i medici e i ricercatori di Cavrea c’è la fondazione Cavrea Onlus, fondata da Regione Toscana, Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e Comune di Montecatini, dove avrà sede. Cavrea Onlus si occupa dell’assistenza sanitaria, della valutazione clinica e della ricerca a favore degli ex atleti, organizza convegni e manifestazioni e gestisce l’attività di fund raising per borse di studio, assegni di ricerca e per l’acquisto di strumentazioni utili allo sviluppo del centro medico-scientifico.
Eleonora Della Ratta