Donne sull'orlo di una crisi di cuore

Quelle che vivono nelle grandi aree metropolitane corrono rischi maggiori di malattie cardiovascolari

20/10/2011

Le donne che vivono nelle aree metropolitane hanno livelli di colesterolo alti e in continuo aumento. E questo le espone a un elevato rischio di incorrere in malattie cardiovascolari, superiore persino a quello dei maschi. È quanto sostiene uno studio curato dal dottor Akshay K. Mehta, cardiologo interventista presso l'ospedale Nanavati di Mumbai (India) che ha preso in considerazione le analisi di colesterolo totale, HDL (quello "buono"), LDL (quello "cattivo") e trigliceridi di un campione di oltre 46mila donne di età compresa tra i 25 e 45 anni riscontrando nel 33,05 per cento livelli di colesterolo alto.

Maddalena Lettino, responsabile dell'Unità Operativa di Cardiologia in Humanitas, conferma: «Il colesterolo è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, uno dei più importanti associato a aumento di peso, fumo e resistenza all'insulina, elementi tutti in aumento tra le donne cittadine. Generalmente la vita nelle metropoli è più stressante e dedicata al lavoro o ad altre attività che si svolgono di corsa, con orari difficili per riuscire a conciliare lavoro-scuola-famiglia. Questo significa che più difficilmente le donne possono concedersi una dieta equilibrata (preferendo pasti veloci e non proprio salutari). Le donne in città, inoltre, fumano di più. In campagna il livello di attenzione alla salute è più alto, forse anche per mancanza di ‘stimoli negativi' a partire dall'inquinamento, che aumenta la predisposizione alla malattia coronarica».

Che cosa si può fare per prevenire queste malattie?
«Controlli costanti della pressione, abolire il fumo, svolgere attività fisica e seguire una alimentazione sana. Sembrano consigli banali, ma sono preziosi. In particolare, alle donne cittadine consiglio di evitare l'assunzione di calorie in eccesso nelle ore pomeridiane e serali, privilegiare la corsa nei parchi o nelle zone verdi della città, evitare le strade trafficate dove si respira lo smog».



Lidia Rota Vender, responsabile del Centro Trombosi di Humanitas e Presidente di ALT- Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari, accusa anche l’inquinamento: «Si instaura una relazione pericolosa tra smog e menopausa o pillola contraccettiva che, insieme, aumentano il rischio di trombosi. Le polveri sottili peggiorano la capacità di respirare e per le loro ridotte dimensioni (10mila volte più piccole di un millimetro), dagli alveoli polmonari riescono a raggiungere il sangue, che reagisce all'infiammazione addensandosi e coagulando in modo eccessivo. Se si è in menopausa, la pressione sanguigna può essere elevata, come accade spesso a donne che assumono la terapia ormonale, preziosa nel ridurre le vampate, ma che contribuisce ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari da trombosi. E la pillola anticoncezionale? Protegge da gravidanze indesiderate, ma aumenta il rischio di malattie da trombosi perchè gli ormoni dell'anticoncezionale provocano uno sbilanciamento nel sangue fra i fattori che lo mantengono liquido e i fattori che lo fanno coagulare, rendendolo più denso».



Ma il cuore delle donne non è protetto dagli ormoni?

«Sì, ma solo durante l'età fertile. E, comunque, non vuole dire che, per questo, si debba seguire uno stile di vita scorretto. Dopo la menopausa, poi, la protezione ormonale se ne va) e si fanno più aggressivi i nemici ben noti: colesterolo, trigliceridi, pressione del sangue elevata. Di colpo il cuore viene esposto a rischi cui non è abituato e che per questo hanno conseguenze peggiori rispetto all'uomo. Si aprono le porte a ipertensione, diabete e sindrome metabolica, nemici giurati della salute del cuore. Eppure le donne li sottovalutano. Magari continuando a fumare. Le donne fumatrici sono maggiormente esposte alle malattie cardiovascolari da trombosi rispetto agli uomini fumatori, perché assorbono la nicotina più rapidamente, soprattutto quando assumono terapie ormonali. Tutti questi dati sono tanto più gravi se si pensa che le manifestazioni cliniche delle malattie cardiovascolari nelle donne, in particolare nel caso della cardiopatia ischemica, possono essere diverse (più sfumate) da quelle comunemente osservate negli uomini, rendendo più difficile e tardivo il loro riconoscimento».



Che cosa fare?
«Sono importanti i controlli e la diagnosi precoce. Ma, soprattutto modificare lo stile di vita. In Finlandia le malattie cardiovascolari si sono dimezzate in 10 anni proprio grazie a interventi radicali sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari voluti non solo dai medici, ma anche dalle istituzioni e dalle associazioni che difendono la salute». 

P.M.G.
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