22/03/2012
Uno studio recentemente
pubblicato sulla rivista Lancet Oncology sostiene che l’utilizzo di estrogeni
come terapia ormonale sostitutiva nelle donne in postmenopausa potrebbe
abbassare il rischio di carcinoma
mammario. La ricerca ha mostrato come le donne che prendevano tale
ormone (come terapia sostitutiva dopo essere state sottoposte ad isterectomia,
la rimozione chirurgica dell’utero) abbiano avuto, negli anni a seguire, una
riduzione del rischio di sviluppare un tumore della mammella all’incirca del
20%.
La terapia con estrogeni è utilizzata nelle donne in postmenopausa
sottoposte ad isterectomia perché può alleviare i sintomi come vampate di
calore e sudorazioni notturne e ha effetti benefici anche sugli apparati
cardiocircolatorio e scheletrico.
Lo studio ha coinvolto più
di 10.000 donne in postmenopausa, divise in due gruppi, uno trattato con
estrogeno di derivazione equina, l’altro con placebo. Le donne trattate sono
state poi monitorate dal punto di vista clinico tramite l’esecuzione di una
mammografia a cadenza annuale; dopo 12 anni sono stati riportati 199 casi di
neoplasia mammaria nelle donne trattate con placebo contro i 151 del gruppo di
pazienti che hanno assunto l’estrogeno, una differenza statisticamente
significativa secondo gli esperti.
Lo studio è interessante
poiché fornisce dei
risultati che si contrappongono a quello che si è sempre
ipotizzato, sulla base di ricerche precedenti, cioè che le cure ormonali non
diminuiscano l’incidenza del carcinoma mammario ma, al contrario, l’aumentino.
Il motivo per cui la ricerca sembra confermare il contrario va comunque
spiegato ed inquadrato in un contesto ben preciso. Studi di laboratorio
sembrano provare che nelle donne in postmenopausa, quindi già da anni private
dallo stimolo ormonale che caratterizza l’età fertile, l’assunzione di
estrogeni possa paradossalmente prevenire la proliferazione di cellule
tumorali, in quanto stimolerebbe l’apoptosi cellulare (una forma di morte
cellulare che serve al normale ricambio delle cellule dell’organismo).
Michele Rosati