15/04/2011
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, l’86% dei decessi, il 77% della perdita degli anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da alcune patologie che hanno in comune fattori di rischio facilmente modificabili. Malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, malattie respiratorie croniche e alcuni disturbi muscoloscheletrici sono causati, tra l’altro, da cattive abitudini. Fumo, obesità, abuso di alcol, sedentarietà, eccesso di grassi nel sangue sono responsabili del 60% della perdita di salute. Basterebbe poco per abbassare i rischi: fare le scale invece di prendere l’ascensore, ridurre i bicchieri di bevande alcoliche, mangiare più frutta e verdura. Il ministero della Sanità ha pubblicato il dossier “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, con tutte le linee guida per incentivare i cittadini a vivere meglio. Non si tratta soltanto di attenzione verso la popolazione o sensibilità salutista, ma di un fondamentale conto economico: se gli italiani sono più sani costano meno.
Alimentazione. È dal primo giorno di vita che si promuove una corretta alimentazione: in collaborazione con gli ospedali viene sostenuto l’allattamento al seno fino ai sei mesi di età. La dieta tradizionale con cibi vari e genuini, meglio se di provenienza locale, viene proposta nelle mense scolastiche e aziendali, ma anche nella ristorazione. Con l’aiuto di medici e pediatri, inoltre, viene portata avanti una campagna per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare.
Attività fisica. A casa o sul lavoro la nostra vita quotidiana è ormai all’insegna della sedentarietà. Non c’è bisogno di essere dei grandi sportivi, è sufficiente seguire buone abitudini come utilizzare le scale al posto dell’ascensore, andare a piedi per brevi tragitti, usare la bicicletta. Non sempre però le città sono sicure: l’impegno del ministero, dunque, è quello di favorire un disegno urbano adeguato, la chiusura di alcune zone al traffico, l’aumento delle piste ciclabili.
Fumo. La legge Sirchia ha cambiato le abitudini vietando il fumo nei locali. Ristoranti, discoteche, luoghi di lavoro erano spesso una coltre nebbiosa fino a quando non è diventato obbligatorio accendere la sigaretta solo all’aperto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e se non è crollato il numero dei fumatori, sicuramente è migliorata la qualità della vita dei non fumatori. Quanto fatto però non basta: l’impegno arriva dalle scuole che promuovono campagne educative rivolte soprattutto ai giovani.
Alcol. Si è agito su più fronti: da un lato intensificando i controlli e aumentando le sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza e puntando sull’informazione, dall’altro cercando di favorire la limitazione del consumo di bevande alcoliche vietandone l’uso nei luoghi di lavoro a rischio e definendo locali alcol free (strutture sanitarie, uffici pubblici, stadi, scuole). Inoltre il ministero della Sanità sta studiando un sistema di incentivi per incoraggiare le aziende a incrementare la ricerca per la produzione di bevande a minore gradazione alcolica nel rispetto della qualità.
Eleonora Della Ratta