Il ritorno della tubercolosi

Scoperto in una scuola di Milano il focolaio dell’infezione

14/03/2011

Casi di tubercolosi a Milano, dove l'infezione sembra essere partita da una scuola elementare per poi coinvolgere alcuni senzatetto che vivono vicino l'istituto Leonardo da Vinci. Finora i contagiati sono 13 bambini e due clochard extracomunitari. La Asl ha avviato le procedure per capire l'origine dell'infezione. Si parla di un terzo barbone di 45 anni che potrebbe rappresentare il caso zero in questo caso di contagio da tubercolosi. Fra l'uomo e i primi due bambini infettati è stato registrato infatti lo stesso tipo di ceppo e di batterio. Ma dal momento che, come ricorda Giorgio Ciconali della Asl di Milano, "solo rapporti stretti e prolungati possono portare al contagio", si sta cercando la persona che ha agito da anello di congiunzione fra il clochard e i bambini. Il professor Codecasa, fra i massimi esperti di tubercolosi in Italia, rassicura: "gli 11 bambini positivi al test non hanno una forma di Tbc conclamata: la profilassi, che ha una durata di sei mesi, è svolta in via preventiva”.

La Tbc è una malattia molto antica eppure difficilissima da debellare. È causata da un germe che si trasmette per via aerea con il respiro. Si può trattare efficacemente con una combinazione di quattro farmaci, l'ultimo dei quali scoperto 40 anni fa. Può colpire tutti, in tutti i Paesi al mondo, senza distinzione di sesso, di etnia. La tubercolosi è più letale dell'influenza suina, di quella aviaria e della Sars, eppure è una malattia che sembra dimenticata dalle istituzioni internazionali e dall'attenzione dei media. Ogni anno la Tbc contagia 9 milioni di persone e provoca un milione e 700mila morti: inoltre il batterio diviene sempre più resistente ai farmaci.

L'allarme su questa malattia è stato lanciato col documento “Tubercolosi: omissione di soccorso” da Medici Senza Frontiere (MSF) e dalla Commissione straordinaria per la tutela dei Diritti Umani del Senato. Il problema tubercolosi è a livello mondiale e la diffusione del virus è favorita dai flussi migratori,  particolarmente quelli provenienti dall'Est Europa, dalla Cina e dal'India. L'Africa non è un continente immune al contagio, come molti vorrebbero far sembrare, ma in realtà mancano le strutture e gli strumenti sul territorio per poter  particolar per poter effettuare le diagnosi di tubercolosi e per mettere in campo le cure più efficaci. In pratica si vorrebbe far sembrare che quello che non si sa non esiste, ma in realtà le cose non stanno così. Il bacillo di Koch, inoltre, sta diventando sempre più farmacoresistente: non reagiscono alle terapie un paziente su 6 in Ucraina e Moldavia e 7 malati di Milano. Il problema potrebbe essere affrontato e risolto mettendo a disposizione maggiori fondi per la ricerca e le terapie:per combattere la Tbc,vengono spesi ogni anno 455milioni di dollari americani, il 5% di quanto si investe nella lotta all'Aids. La situazione italiana non è più rosea: MSF dichiara che nel 2007 sono stati destinati, ma non sempre spesi davvero, circa 31 milioni di euro per la ricerca e cura della Tbc e delle malattie rare, cioè solo il 7,2% dei denari assegnati alla ricerca scientifica. Un altro aspetto della problematica riguarda la scarsità di studi sulla Tbc e il poco rilievo che i media danno di questo morbo. A questo proposito Pietro Marcenaro, presidente della Commissione sui diritti umani del Senato, ricorda come si parli spesso di Sars o dell'influenza aviaria, mentre si ignori la tubercolosi, che pur miete quasi due milioni di morti ogni anno. Gianfranco De Maio, di Medici Senza Frontiere, sollecita un intervento sui piani sanitari dei paesi in via di sviluppo, per contrastare da subito e in loco il virus della Tbc.

Diagnosi
La diagnosi di tubercolosi si formula sulla base di dati anamnestici, di segni clinici obiettivi, dagli esami strumentali (radiografia, Tac, ecografia, etc.) e con la ricerca del bacillo di Koch, a seconda del distretto interessato, nell'escreato polmonare, nel liquido pleurico, nelle urine, nel liquido cefalorachidiano, nelle biopsie linfonodali, etc. Gli esami da effettuare sono: -radiografia del torace e, in casi dubbi, TAC polmonare -Tine test con controllo della positività a 24, 48 e 72 ore esami batteriologici - esami sierologici (prelievo di sangue): oltre ai comuni esami chimici (emocromo, VES, transaminasi, azotemia) altrettanto importanti sono l'emocoltura (frequentemente positiva in pazienti con infezione da tubercolosi ed HIV), le tecniche immuno-enzimatiche ELISA (con le quali vengono dosati gli anticorpi presenti nel siero), la diagnosi molecolare (PCR) che permette di evidenziare anche una minima quantità di molecole di DNA batterico (un test molto sensibile e veloce) - in caso di tubercolosi localizzata in altri distretti, è indispensabile lo studio specifico dell'organo o apparato colpito.

Terapia
La cura della tubercolosi si avvale di numerosi farmaci i quali, somministrati in associazione tra loro e per adeguati periodi di tempo, consentono non solo di ottenere la guarigione clinica ma anche di debellare il microrganismo evitando le recidive. Streptomicina, isoniazide, etambutolo, rifampicina, pirazinamide, sono i principali farmaci raccomandati per la terapia della tubercolosi, La terapia per essere efficace deve avere una durata non inferiore ai 6 mesi. La profilassi della tubercolosi si effettua tramite la vaccinazione e la chemioprofilassi, la prima da considerarsi obbligatoria in alcune categorie di popolazione, soprattutto bambini e adolescenti (figli di tubercolotici, abitanti in zone con alta diffusione del bacillo tubercolare) ma anche adulti (personale ospedaliero, studenti in medicina e soldati di leva). La chemioprofilassi, attuata prevalentemente con isoniazide, interessa i soggetti tubercolino-negativi che siano esposti al contagio e quelli tubercolino-positivi con uno stato di immunodepressione (per malattie croniche, terapie immunosoppressive) che predisponga a una riattivazione endogena del germe. La tubercolino-positività o negatività si rileva con test intradermico effettuato con derivati proteici del Mycobacterium tuberculosis. Poiché la tubercolosi è una malattia dipendente dalla reattività del sistema immunitario, tutte le condizioni che provocano una diminuzione delle difese dell'organismo rendono quest'ultimo particolarmente recettivo allo sviluppo di una patologia tubercolare. Più precisamente il diabete, le malattie gastrointestinali croniche, la denutrizione, l'alcolismo e le malattie debilitanti in genere sono fattori predisponenti. Va sottolineato in questo senso il ruolo svolto dall'Aids. che negli ultimi anni è stata responsabile della ricomparsa di quadri gravissimi di t. che erano quasi del tutto scomparsi nei Paesi occidentali.

Stefania Marchisio
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