Influenza intestinale o gastroenterite virale?

I due virus hanno una stagionalità uguale, ma decorsi e terapie diverse

15/02/2011
Nicola Caporaso, ordinario di Gastroenterologia dell'Università Federico II di Napoli
Nicola Caporaso, ordinario di Gastroenterologia dell'Università Federico II di Napoli

Periodo di influenza e ai virus influenzali, che colpiscono con raffreddore, tosse, bronchite e febbre, si aggiungono anche quelli che colpiscono stomaco e intestino. Per questo motivo spesso si tende a parlare di influenza intestinale. Non è sempre così, come spiega il professor Nicola Caporaso, ordinario di Gastroenterologia e direttore della Scuola di specializzazione in gastroenterologia dell’Università di Napoli Federico II.

Professor Caporaso, si può parlare di influenza intestinale?
Durante la stagione influenzale spesso si parla di influenza intestinale o di forma intestinale dell’influenza. Va, invece, distinta la classica influenza causata da virus che colpiscono prettamente le vie respiratorie, dalle infezioni intestinali dovute, invece, a virus che colpiscono stomaco e intestino provocando vomito e diarrea. In questi casi si parla di gastroenteriti virali provocate da virus come Rotavirus, che colpisce soprattutto i bambini piccoli, Calicivirus, Adenovirus enterico e Astrovirus.

Dunque, se compaiono i sintomi intestinali significa che c’è un’infezione da virus intestinale?

Non è detto. I virus intestinali hanno una stagionalità uguale a quella dei virus influenzali e questo spiega perchè compaiono nello stesso periodo e quindi possono essere confusi. Se c’è un interessamento intestinale durante l’influenza può essere anche dovuto all’uso di farmaci.

Come si può prevenire?
La gastroenterite virale si contrae facilmente, bevendo bevande contaminate o attraverso il contatto con soggetti colpiti, superfici o oggetti infetti. È quindi molto importante lavarsi le mani quando si ha a che fare con pazienti o anche dopo il cambio del pannolino dei bambini, e disinfettare le superfici. Il contagio - da individuo infetto a soggetto sano - può essere diretto ma anche per via orofecale, e le mani, quindi, rappresentano un veicolo di trasmissione di infezione importante.

Che terapia adottare?
La terapia consiste fondamentalmente nel gestire i sintomi, vale a dire febbre, malessere generale, diarrea, e il rischio di disidratazione, soprattutto se il paziente è un bambino o una persona anziana. Il vomito, la febbre e la diarrea fanno perdere al malato molti liquidi ed elettroliti, quindi bisogna idratarlo facendolo bere molto. Ma questo può essere un problema, perché, per esempio, con la nausea si beve meno. Quindi quando compaiono segni di disidratazione come sete, urine scarse e concentrate ed astenia, e in ogni caso nei bambini e negli anziani, va consultato il medico.

Stefania Marchisio
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