L'amianto uccide 3mila persone all'anno

A vent'anni dalla messa al bando ci sono ancora 32 milioni di tonnellate da smaltire. In Piemonte, dove aveva sede l'Eternit, il maggior numero di vittime

24/11/2011

Sono vent'anni che l'amianto è fuori legge in Italia, eppure in tutto il Paese ce ne sono ancora 32 milioni di tonnellate da smaltire. Un problema non da poco, visto che secondo gli esperti è il più pericoloso e diffuso cancerogeno ambientale, nascosto nei rivestimenti di tetti e garage, nelle rotaie o nelle tubature. Ogni anno tremila persone muoiono a causa dell'amianto di cui 1.200 colpite dal mesotelioma, dovuto all'esposizione a questo materiale. Particolare attenzione deve essere fatta soprattutto al momento dello smaltimento, perché sono le polveri sottili a creare i maggiori problemi: «Va assolutamente evitata la manipolazione di questo minerale, che deve essere rimosso da personale specializzato. Purtroppo il livello di rischio è ancora poco percepito dalla popolazione mentre è scientificamente dimostrata la sua pericolosità e il suo potenziale cancerogeno, pari a quello del fumo», spiega il professor Giorgio Scagliotti, responsabile delle malattie dell’apparato respiratorio del San Luigi di Orbassano (Torino).

Per non abbassare la guardia su questo tema, oggi a Torino si è aperta la seconda conferenza sul mesoteliona, presieduta dal professor Scagliotti e dal professor Carmine Pinto, segretario nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Una scelta della sede non casuale, visto che il Piemonte è la regione con il maggior numero di malati, circa 200 nuovi casi all'anno. Non a caso, a Casale Monferrato c’era la fabbrica dell'Eternit, la più importante di manufatti in cemento-amianto che abbia mai operato in Italia. Oltre al Piemonte, il mesotelioma è diffuso in Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna, con un collegamento diretto con la presenza di siti produttivi. Il processo Eternit è tuttora in corso, con oltre 6mila parti civili coinvolte: «Siamo tutti esposti al rischio ma certamente gli ex lavoratori degli stabilimenti che producevano o trattavano amianto rappresentano la fascia più vulnerabile. Oggi i nostri sforzi sono tesi a capire quale sia la miglior sorveglianza possibile per queste persone,» spiegano gli esperti. «Ma è significativa anche l’esposizione familiare: nuovi casi riguardano mogli o figli entrati nel passato in contatto con questo minerale tramite gli indumenti dei lavoratori esposti. Il periodo di latenza del mesotelioma è di circa 20-40 anni, e per questo ci attendiamo un aumento dell’incidenza fino al 2015».

I dati sul mesotelioma sono impressionanti: la mortalità è di circa l'80%, anche se le cure stanno diventando sempre più efficaci, in particolare la chemioterapia a base di un nuovo farmaco, il pemetrexed, che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza e i sintomi. Il mesotelioma colpisce più uomini che donne e presenta un picco massimo intorno ai 70 anni. Ma l'amianto può causare anche tumori a polmone, laringe, ovaio, peritoneo, pericardio, tunica vaginale del testicolo, colon-retto, stomaco e faringe. «Prima si consideravano a rischio solo i lavoratori dei settori più esposti, in cui era utilizzato come materia base della lavorazione, ora invece si riscontrano i casi anche nella popolazione generale,» sottolinea Carmine Pinto. «Per questo è indispensabile migliorare il livello di consapevolezza fra la popolazione e sensibilizzarla alla rimozione delle fonti inquinanti, secondo criteri certificati e con procedure rigorose».

Eleonora Della Ratta
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