Lo screening nemico del tumore

Dopo qualche anno di polemiche, la comunità scientifica è di nuovo concorde: la diagnosi precoce salva le donne dal cancro al seno

27/05/2011

Lo screening mammografico ha decisamente ridotto la mortalità per cancro del seno. Inoltre, i nuovi mammografi sono sicuri, emettono meno radiazioni e sono più precisi rispetto al passato. Corrado Tinterri, responsabile di Senologia in Humanitas, ribadisce l'importanza della diagnosi precoce per combattere il tumore della mammella: «La riduzione della mortalità per cancro del seno grazie allo screening è universale, tanto che qualcuno consiglia di sottoporsi alla mammografia annualmente. Nessun medico ormai dubita dell'efficacia di questo strumento, che è tutt'oggi il migliore che abbiamo a disposizione per battere quel tumore. Tale patologia rimane la più frequente tra le donne, l'incidenza del cancro del seno è anzi in continuo aumento nel mondo, in tutte le fasce d'età, soprattutto quella tra i 40 e i 55 anni. Quindi non bisogna abbassare la guardia. Aggiungo che le voci contrarie allo screening mammografico sono ormai state superate e disconosciute». «Oggi si pensa a un ulteriore passaggio. A far seguire cioè all'anticipazione diagnostica la garanzia della terapia adeguata a ogni tipo di tumore scoperto e a ogni fascia d'età. Una neoplasia di piccole dimensioni infatti dovrebbe avere un trattamento meno invasivo e più conservativo rispetto ai casi più gravi. Purtroppo questo non sempre accade. In Lombardia, nell'ambito del gruppo dello screening mammografico, è stato attivato un progetto che si chiama ‘Impatto' e che monitora la qualità del trattamento dopo la diagnosi, per verificare che la terapia sia la più adeguata al singolo caso. Il percorso senologico italiano è tra i più efficaci e di qualità a livello internazionale». «Il Servizio sanitario nazionale prevede la mammografia, a chiamata, nelle donne tra i 49 e i 70 anni ogni due anni. Tuttavia si sta discutendo di aggiornare le linee guida in due sensi. Da una parte nel prevedere il controllo anche in età più avanzata, cioè oltre i 70 anni, considerato che l'aspettativa di vita delle donne oggi arriva a 87 anni e che con l'avanzare dell'età il rischio di tumore del seno aumenta e il tasso di mortalità rimane alto. Dall'altra nel prescrivere la mammografia anche alle donne più giovani, tra i 40 e i 49 anni, visto che nella fascia 35-45 questa patologia è la prima causa di morte nella popolazione femminile. È pur vero che nelle donne giovani l'esame di screening è meno efficace, poiché la mammella è meno visibile per sua conformazione e quindi è più difficile scoprire una neoplasia. Ma forse sarebbe bene tentare questa strada».

redazione 2c edizioni
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