07/02/2012
Parlando
di una patologia complessa come
il cancro, sono molti i fattori che debbono essere presi in
considerazione. Non ultima la reazione dell’organismo a dei bassi livelli di ossigeno ed alle
sostanze che lo stesso produce in tali condizioni. L’ipossia, ovvero la carenza
di ossigeno a livello cellulare , innesca un processo che porta allo sviluppo
di nuovi vasi sanguigni. L'ipossia può essere dovuta al mancato apporto di
ossigeno alle cellule oppure all'incapacità delle cellule stesse di utilizzare
l'ossigeno che arriva.
Questo meccanismo
viene generalmente sfruttato dai tessuti tumorali per crescere e creare
metastasi.
La
risposta ipossica, cioè la reazione protettiva dell’organismo alle condizioni
di scarsità di ossigeno, è collegata allo sviluppo del cancro, poiché le
cellule tumorali sono in grado di ingannare il nostro corpo. I tessuti attaccati
dalla neoplasia, infatti, grazie alla compromissione della risposta ipossica,
riescono a dirottare su di loro sangue e ossigeno, creando nuovi vasi sanguigni
che permettono lo sviluppo del tumore e delle sue metastasi. Ma uno studio pubblicato su Nature
Cell Biology e condotto dai
ricercatori del Barts Cancer Institute dell’Università Queen Mary di Londra e
dell’Università di Nottingham, ha svelato
quale sia la famiglia di proteine che regola questo meccanismo, permettendo
forse di individuare un nuovo bersaglio terapeutico.
La ricerca rappresenta un passo davvero importante per la lotta contro i tumori visto che
questi ultimi subiscono una forte influenza da parte dell’ipotetico malfunzionamento dei processi coinvolti nella
risposta ipossica.
Entrando nello specifico, gli scienziati hanno rilevato, a livello molecolare,
un processo finora sconosciuto di regolazione delle cellule in caso di bassa
presenza di ossigeno. La scoperta potrebbe portare alla messa a punto di nuovi farmaci in grado di combattere le
forme tumorali.
Per comprendere meglio
dobbiamo ricordare che cosa sono e che cosa fanno le proteine. Si tratta di
composti biochimici
responsabili di “compiti specifici” all’interno della cellula. Ognuna è
programmata per avere determinate reazioni in base all’ossigenazione della
quale dispone. L’esempio più semplice da
fare in merito al processo cellulare in
fase di ipossia è quello
della montagna. Ad altitudini elevate corrisponde meno ossigeno. Per
funzionare in modo adeguato, le cellule scatenano la riposta ipossica in modo
tale da produrre più globuli rossi
e assorbire più ossigeno possibile.
Se questo processo non funziona, possono sorgere delle patologie: tra
di loro il cancro. Le cellule tumorali posseggono di per sé una riposta
ipossica malfunzionante. Le proteine scoperte nello studio, se opportunamente
utilizzate, possono essere in grado di “sistemare” il problema alla base dello
sviluppo del cancro.
I
risultati di questa ricerca rappresentano un significativo progresso nella
nostra comprensione del funzionamento della risposta ipossica e aiutano i
ricercatori a sviluppare farmaci migliori per combattere il cancro e molte
altre malattie causate da bassi livelli di ossigeno nel nostro corpo, come l’anemia,
l’infarto del miocardio, l’ictus e le malattie arteriose periferiche.
Elena Zuccaro