Infarto, ecco la molecola salva-vita

E' stata scoperta grazie alla collaborazione tra Università Cattolica e Università Tor Vergata di Roma. Già sperimentata sul diabete, ha un’azione protettiva anche per infarti e ictus.

25/03/2013
Il laboratorio di Medicina dell'Università di Tor Vergata, a Roma.
Il laboratorio di Medicina dell'Università di Tor Vergata, a Roma.

La molecola utilizzata contro il diabete protegge anche dal rischio di infarto e ictus. La preziosa scoperta è il risultato di una proficua sinergia tra l’Università Cattolica e l’Università Tor Vergata di Roma. Gli autori dell’importante studio - pubblicato dalla nota rivista americana Diabetes Care - sono l’endocrinologo palermitano Manfredi Tesauro (docente del dipartimento di Medicina Interna dell’Università Tor Vergata) e il professor Carmine Cardillo (docente dell’Istituto di Patologia Medica dell’Università Cattolica di Roma). La ricerca ha dimostrato che una molecola di sintesi (GLP-1), già sperimentata con successo per abbassare i livelli di glicemia nel sangue, riveste un’azione protettiva anche sui tessuti cardiaci.

In futuro, dunque, gli effetti farmacologici della molecola GLP-1 (peptide glucagone simile-1) - attualmente indicati per il trattamento specifico del diabete – potranno essere sfruttati anche per la protezione vascolare negli individui obesi affetti dalla sindrome metabolica. Tale condizione clinica è caratterizzata dalla contemporanea presenza di tre fattori di rischio vascolare (elevata glicemia, dislipidemia ed ipertensione), associati all’obesità addominale e ad una minor sensibilità all’azione dell’insulina. Coloro che sono affetti dalla sindrome metabolica, infatti, presentano un notevole aumento del rischio cardiovascolare, con le incombente minacce dell’ictus e dell’infarto del miocardio.

Nell’ambito della loro ricerca, supportata da Merck Sharp Dhome e dalla Fondazione Roma, i professori Cardillo e Tesauro hanno osservato 25 pazienti con sindrome metabolica e un gruppo di controllo costituito da soggetti obesi non affetti dalla sindrome metabolica. Lo studio ha dimostrato che la somministrazione di GLP-1 ha migliorato la risposta vascolare nei pazienti con sindrome metabolica ed ha favorito un maggiore afflusso di sangue ai tessuti muscolari.

Ma cosa è in realtà il GLP-1? Il peptide glucagone simile-1 è un ormone prodotto prevalentemente nell’intestino. “Il GLP-1 – spiega il professore Tesauro - viene prodotto dopo i pasti per ridurre il livello di zuccheri nel sangue. Purtroppo ha una vita breve, perché viene presto inattivato da un enzima, il DDP4, una sorta di forbice che riduce in frammenti il GLP-1. Per superare tale problema, la farmacologia ha prodotto una molecola molto simile al peptide glucagone simile-1. Il primo fattore positivo è che, non essendo identica a quella fisiologica, l’enzima forbice non la riconosce e quindi rimane più a lungo in circolo rispetto al GLP-1 naturale”.

In concreto - osserva Manfredi Tesauro - “tali farmaci costituiscono un’arma importante nel trattamento di una patologia come il diabete, la cui diffusione ha assunto le dimensioni di una vera e propria epidemia”. Come spiega il professore Cardillo, “i pazienti affetti da diabete e obesità hanno un rischio cardiovascolare maggiore, con conseguente riduzione della loro aspettativa di vita. I risultati del nostro studio offrono quindi nuove indicazioni in tema di prevenzione vascolare in soggetti ad elevato rischio di infarto e di ictus, perché suggeriscono che le terapie basate sugli effetti del GLP-1 possono svolgere un’azione di protezione cardiovascolare nei soggetti con sindome metabolica. Tali benefici vanno oltre il semplice controllo glicemico”.

Pietro Scaglione
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