12/07/2011
Il cancro alla prostata è uno dei tumori più comuni nella popolazione maschile ed il rischio è generalmente correlato all'età. Ma negli ultimi tempi sono stati fatti molti passi in avanti nella diagnosi e nella cura dei tumori prostatici, come spiega Gianluigi Taverna, responsabile della Sezione di Patologia Prostatica dell'Unità Operativa di Urologia di Humanitas.
Da pochi mesi sono entrati nello standard diagnostico due nuovi marcatori biologici con maggior sensibilità predittiva, che affiancano il PSA (antigene prostatico specifico) in fase diagnostica. Questi due nuovi esami (PCA3 per le urine e -2 PROPSA per il siero) risultano utili, in gruppi selezionati di pazienti, per ridurre la possibilità di sottoporre individui con basso rischio di patologie ad esami bioptici fastidiosi. Al tempo stesso i due nuovi esami possono segnale situazioni sospette, altrimenti non riconoscibili.
Stiamo sperimentando anche l'elastometria prostatica pre biopsia, una nuova tecnologia che consente di analizzare l'elasticità delle diverse zone prostatiche per rilevare le aree ghiandolari più sospette e indirizzare più precisamente le biopsie. Infine, bisogna sottolineare che continuano gli studi per migliorare le tecniche bioptiche, anche con l’obiettivo di ridurre i disturbi per il paziente».
Ci sono novità anche nelle terapie?
«Bisogna distinguere il trattamento dei tumori prostatici, dal trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna ostruente. In campo oncologico l'utilizzo del Robot per eseguire la prostatectomia è, ormai, una procedura standard. Penso che nel giro di pochi anni la chirurgia robotica prima affianchi e poi sostituisca la chirurgia. Ci sono poi nuove tecniche chirurgiche miniinvasive (Sling TOT) adatte alla risoluzione dell'incontinenza urinaria che può verificarsi dopo la prostatectomia radicale: negli ultimi due anni, l'80% dei pazienti sottoposti a questa chirurgia hanno ottenuto risultati positivi. Per quanto riguarda il trattamento della patologia benigna con l'elettrosezione laser assistita (HOLEP, Holmium Laser Enucleation of Prostate), in casi selezionati si ottiene un'invasività più contenuta e rischi emorragici minori. è partito proprio in queste settimane uno studio pilota sulla resezione bipolare della prostata, procedura che consentirà di operare con rischi minori rispetto all’attuale resezione monopolare».