Polmonite, il vaccino è per tutti

La Commissione europea ha esteso la possibilità di utilizzo anche per gli adulti. Una buona notia perché si sta diffondendo la resistenza agli antibiotici

17/01/2012

Via libera da parte della Commissione europea al nuovo vaccino coniugato 13valente antipneumococco (Prevenar) anche per gli ultracinquantenni che spesso hanno difese immunitarie più deboli e sono quindi maggiormente esposti a contrarre la polmonite in forma grave. Il vaccino esisteva da tempo, ma era indicato soltanto per i bambini : è la prima volta che un vaccino coniugato viene indicato anche per gli adulti. La sua formulazione offre una protezione efficace e duratura in quanto crea una memoria immunologica e genera una protezione che si prolunga nel tempo. Si effettua in un’unica somministrazione (mentre nei bambini sono necessarie più somministrazioni), è sufficiente per avere una produzione di anticorpi adeguatamente elevata ed un’immunità (difesa) di lunga durata.


Il vaccino 13valente rappresenta l’evoluzione del primo pneumococco coniugato eptavalente disponibile per i bambini già da alcuni anni. Ne amplifica la copertura contro le infezioni da pneumococco attraverso l’aggiunta di sei nuovi sierotipi (1,5, 7F, 6 A e 19A ) che lo rendono più efficace contro la polmonite da pneumococco anche tra le persone dai 50 a 95 anni di età. Si tratta di un vaccino efficace la cui “prima versione” è stata utilizzata per oltre 10 anni nella prevenzione di malattie polmonari batteriche nei bambini nei primi anni di vita, in tutto il mondo, con quasi 400 milioni di dosi somministrate a partire dal 2001. Il vaccino riduce inoltre l’ospedalizzazione dei pazienti.

Il vaccino è sicuro, non causa disturbi se non una leggera febbre che può essere tenuta sotto controllo con un antipiretico-antinfiamatorio. Per combattere la polmonite è bene ricorrere anche alla vaccinazione antiinfluenzale, in quanto l’influenza può essere complicata nell’anziano da polmonite per lo più legata a sovrainfezioni batteriche conseguenti a forme influenzali. Le infezioni virali delle alte vie respiratorie, come l’influenza, predispongono all’infezione da pneumococco. Le infezioni pneumococciche si verificano soprattutto nel periodo invernale in cui le patologie respiratorie sono più comuni. Il periodo di incubazione varia a seconda del tipo di infezione e può durare solo 1-3 giorni.

La polmonite è la malattia dei polmoni e del sistema respiratorio in cui gli alveoli polmonari si infiammano e si riempiono di liquido, ostacolando la funzione respiratoria. Frequentemente anche i bronchi si infiammano, in questo caso si parla di broncopolmonite.  La polmonite è una malattia comune, era la principale causa di morte prima della scoperta degli antibiotici, che costituiscono l'unica terapia efficace. Segni e sintomi della polmonite variano, a seconda della età della persona e la causa della polmonite. Tuttavia nella maggior parte delle persone che sviluppano polmonite inizialmente sono sintomi di un raffreddore, che sono poi seguite da una febbre alta con brividi, difficoltà nella respirazione (mancanza di fiato), escreato, tosse con dolore acuto toracico che di solito peggiora con un respiro profondo. Spesso i sintomi si sommano tutti insieme, oppure si presentano in parte o anche isolati.

Nelle sue fasi iniziali devono allarmare poca aria inspirata ed espirata comunemente con tosse. Ricordarsi che bisogna sempre andare dal medico se uno o più di questi sintomi non si risolvono: tosse, respiro affannoso, dolore al petto, che varia con il respiro, febbre di origine sconosciuta. Soprattutto se si tratta di una febbre superiore ai 39 °C che dura per più di 2 giorni ed è accompagnata da brividi e forte sudorazione, sentendosi improvvisamente male dopo un raffreddore o l’influenza.

La malattia pneumococcica comprende una numerosa serie di infezioni determinate dallo Streptococcus pneumoniae (pneumococco). Esistono numerosi tipi di pneumococco, differenti in base alla composizione della capsula polisaccaridica. La maggior parte dei casi di malattia è dovuta ai 23 sierotipi che sono presenti nel vaccino e sono da soli responsabili dell’86-98% di tutte le infezioni invasive pneumococciche nei Paesi occidentali. Lo pneumococco è la causa più comune dell’otite media acuta del bambino. è inoltre responsabile di gravi infezioni invasive quali batteriemia, polmonite e meningite, caratterizzata dall’elevata letalità. Tra gli aspetti che rendono le infezioni invasive particolarmente temibili c’è la crescente diffusione in tutto il mondo della multiantibiotico resistenza che rende difficile la terapia di queste malattie invasive. Di qui l’importanza della vaccinazione. 

Se la causa è batterica, il medico cercherà di curare l’infezione con gli antibiotici. Se la causa è virale, i tipici antibiotici non potranno essere efficaci. Talvolta il medico può utilizzare farmaci antivirali, ma può essere difficile distinguere tra polmoniti virali e batteriche. I pazienti sani ma con polmonite lieve di solito sono curati con antibiotici macrolidi per via orale (azithromycin, claritromicina, eritromicina). I pazienti con altre malattie gravi, come ad esempio quelle cardiache, patologie polmonari ostruttive croniche o enfisema, malattie renali o diabete, sono curati con fluorochinoloni  (levofloxacin ), oppure con alte dosi di amoxicillina o amoxicillina-clavulanato, maggiorato di un antibiotico macrolide (azithromycin, claritromicina, eritromicina). Molte persone possono essere curate a casa con antibiotici. Se si dispone di una sottostante malattia cronica, gravi sintomi, o bassi livelli di ossigeno, è probabile che si richiedano antibiotici per via endovenosa e l’ossigeno terapia.  Con il trattamento, la maggior parte dei pazienti migliora entro 2 settimane. Anziani o pazienti debilitati possono aver bisogno di un trattamento più lungo. Il medico si assicura che la radiografia del torace risulti di nuovo normale dopo un ciclo di antibiotici. 

Stime europee sui dati di dimissione ospedaliera indicano che in Italia ogni anno viene ricoverato l’1 % della popolazione di età superiore o uguale a 65 anni, pari quindi a 87 mila persone ricoverate. Di questi ricoveri almeno il 30-35 % sono da attribuirsi allo pneumococco. La letalità della polmonite da pneumococco è circa del 10%, pertanto tra le circa 30 mila persone ricoverate ogni anno in Italia ben 3.000 muoiono.

Stefania Marchisio
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