13/02/2012
La colite, o Sindrome
dell'Intestino Irritabile (SIL), o sindrome del colon irritabile, è
una patologia che interessa l'ultimo tratto dell'intestino, detto colon. Viene
comunemente chiamata colite o colite nervosa, termine
generico per indicare un’infiammazione del colon. Tale infiammazione
può insorgere a causa di infezioni batteriche o virali (alimentari,
da farmaci ecc.), malattie (gotta e diabete) oppure
trasformarsi in una forma cronica senza che all'origine vi sia una causa ben
precisa (colite
ulcerosa, morbo di
Crohn). In questo articolo viene presa in esame la sindrome
del colon irritabile, un'altra forma di colite particolarmente diffusa, non
grave, ma estremamente fastidiosa.
La SIL è il tipo di
colite più diffusa ed è in fortissimo aumento, si calcola infatti che i
malati siano più del doppio rispetto a 15 anni fa ( circa il 15% della
popolazione). Ad
oggi non sono ancora del tutto chiare le cause che possono provocare la
sindrome dell'intestino irritabile, anche se dai risultati di molte ricerche
scientifiche sembra ormai certa una correlazione diretta tra la malattia e il
ripetersi nel tempo di condizioni di stress
psicologico,
di ansia e di agitazione. Queste condizioni
psicologiche agirebbero più facilmente in un contesto di sedentarietà,
alimentazione disordinata e povera di fibre, situazioni molto comuni nella
società moderna.
Tra i sintomi, molto
vari, della SIL dominano i fastidi addominali come il meteorismo
(sensazione di gonfiore per presenza di aria nell'intestino), la flatulenza
e la tensione addominale, spesso associati a nausea, cefalea,
depressione, ansia, stanchezza, difficoltà nella concentrazione o nello
svolgimento delle normali attività quotidiane.
È sempre presente la
frequenza variabile dell'attività intestinale, con alterazione nella
consistenza delle feci, dalla stitichezza ostinata, alla diarrea alternata a stitichezza
e alla diarrea cronica. Proprio in base ai sintomi avvertiti, si distinguono
grossolanamente due tipi di sindrome: quella definita da colon spastico
e quella da diarrea non dolorosa. Nella sindrome del
colon spastico si hanno movimenti intestinali molto variabili. Di
solito i soggetti colpiti avvertono un forte dolore alternato a remissione,
associato a stitichezza o a periodi di forte diarrea. Il dolore, in genere, si
risolve con l'evacuazione e molte volte viene innescato dall'ingestione di particolari
cibi variabili da paziente a paziente. Nella forma chiamata diarrea non
dolorosa si presenta una diarrea "urgente", che nella gran
parte dei casi si verifica durante o appena dopo i pasti. Nelle forme più gravi
e persistenti può presentarsi anche incontinenza fecale e, raramente, anche
diarrea notturna.
Cause
Accanto ai fattori di
natura psicologica che abbiamo appena visto, la colite può insorgere o
aggravarsi anche a causa di: dieta (ipersensibilità o
intolleranza a determinati alimenti, stile nutrizionale inadeguato, povero di
acqua o di fibre); ciclo
mestruale (l'intestino è piuttosto sensibile ai cambiamenti degli
ormoni sessuali femminili); alterazione della normale flora
intestinale, con aumento dei microrganismi
patogeni; infestazione parassitaria cronica dell'intestino.
Incidenza della
colite
Oltre il 15% della
popolazione, con una frequenza doppia nelle donne rispetto agli uomini (10,7%
donne e 5,4% maschi).
Sintomi
Come accade per molte
malattie i cui sintomi possono essere molto diversi da persona a persona, anche
nella colite la diagnosi non è sempre facile. Gli stessi sintomi, infatti,
potrebbero essere presenti, oltre che nella SIL, in altre malattie
infiammatorie quali il Morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la diverticolite.
Tutte queste sono pure malattie infiammatorie intestinali, ma ben diverse dalla
sindrome dell'intestino irritabile, non fosse altro perché vi si riscontrano
lesioni intestinali caratteristiche che non si presentano nella SIL. Tuttavia,
il primo passo da fare per chi soffre di questi sintomi è uguale per tutti: con
l'aiuto del proprio medico di famiglia occorre recarsi dal gastroenterologo,
che tramite vari esami potrà fare una diagnosi corretta del disturbo. Esiste
anche la possibilità di confondere la sindrome del colon irritabile con la malattia celiaca ed è per questo che nei casi più
problematici da curare è opportuno effettuare gli esami per l'individuazione di
un'eventuale positività agli anticorpi anti-gliadina, anti-endomisio e
anti-transglutaminasi. Altri esami che possono venire richiesti sono l'emocromo
completo, la coprocoltura, la VES e la ricerca di parassiti fecali. Se
continuano a persistere dubbi il medico curante potrà richiedere al paziente di
sottoporsi a colonscopia e a clisma opaco.
Terapia
La sindrome del colon
irritabile non richiede trattamenti curativi di tipo drastico (dove per
drastico si intende o il ricovero in ospedale o il ricorso a operazioni
chirurgiche). Il trattamento della sindrome dell'intestino irritabile è volta
al miglioramento dei sintomi. L'arma più efficace è il miglioramento
delle condizioni psicologiche, con una riduzione dello stress e la
conduzione di una vita più tranquilla e rilassata. Per quanto riguarda la dieta per la colite, in genere questa patologia è
aggravata o innescata da particolari alimenti che possono essere molto diversi
da paziente a paziente: le indicazioni generali spesso non funzionano ed è il
paziente stesso, con l'aiuto del medico, che deve capire quali alimenti evitare
e quali preferire.
Il consiglio in questi
casi è di seguire una dieta ricca di acqua e fibre. I residui non digeribili degli
alimenti vegetali tendono infatti ad assorbire acqua, distendendo le pareti del
colon e impedendo la loro contrazione nervosa. Tale funzione è svolta
soprattutto dalla fibra
insolubile, contenuta nei cereali ed
in alcuni tipi di ortaggi, alimenti che non devono mai mancare nella dieta di
tutti i giorni. Proprio per questa loro capacità di legare acqua, questi cibi
devono essere associati ad una dieta ricca di liquidi (almeno un paio di litri
di acqua al giorno), che ammorbidiscono il contenuto fecale facilitando
l'evacuazione e la riduzione di dolore e gas.
Gli alimenti a rischio
sono il latte, i formaggi stagionati, gli insaccati, i cibi molto grassi ed
elaborati, la
frutta secca, alcuni tipi di frutta (kiwi, melone, ciliegie, ribes, frutti di
bosco, fichi, prugne fresche, banane, albicocche, uva, agrumi, anguria) e
verdura (radicchio, indivia, sedano, funghi, peperoni, fave, melanzane,
prezzemolo, porri, aglio, carciofi, asparagi, zucca, cipolla) fresca, bibite
gassate e alimenti contenenti caffeina. Un altro aspetto importante della dieta
per la colite è l'utilizzo di alimenti
probiotici, ricchi di batteri "buoni",
perché capaci di riequilibrare e rinforzare la flora
batterica del colon. Soprattutto se all'origine della colite vi è una forte
componente emozionale (stress), la dieta dovrebbe essere povera di alcol e caffè. Per lo
stesso motivo è consigliabile l'astensione dal fumo di sigaretta.
I farmaci (antispastici,
antidiarroici e agenti che aumentano la massa fecale) vanno usati il meno possibile e
non devono mai troppo a lungo poiché causano assuefazione (soprattutto i
lassativi). Per le forme acute
senza febbre, dovute ad alimenti guasti o a tossine, la terapia è solo di
supporto (bere molti liquidi preferibilmente te perchè ricco di potassio,
evitare le verdure, mangiare poco per tenere l'intestino a riposo, reintegrare
la flora batterica con preparati appositi). La colite acuta in genere si
autolimita in uno o due giorni. Se compare con febbre o dolori addominali
intensi e specialmente se le feci assumono caratteristiche muco-ematiche sono
necessari antibiotici con azione specifica su batteri gram negativi e anaerobi
(fluorochinolonici, metronidazolo). Per le coliti da intolleranza alimentare è
indispensabile l'identificazione dell'alimento causa di intolleranza e la sua
eliminazione dalla dieta. le coliti infiammatorie croniche (rettocolite ulcerosa,
morbo di Crohn) si avvalgono di terapie specifiche che comprendono in
associazione, antibiotici, mesalazina, cortisonici ed anche nei casi più gravi,
immunosoppressori o terapia chirurgica.
Stefania Marchisio