Depressione, meglio rimanere "verdi"

Da uno studio dell'Osservatorio nazionale sulla salute emerge che gli italiani spendono più per gli antidepressivi che per frutta e verdura. Che però aiutano molto meglio nella malattia

27/04/2012
(Foto e copertina Thinkstock).
(Foto e copertina Thinkstock).

Ad aprile è stato reso noto un rapporto sullo stato di salute della popolazione italiana, curato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane (con sede presso l'Università Cattolica di Roma, è coordinato da Walter Ricciardi – direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia – coadiuvato da numerosi esperti di varie discipline). È emerso che, complice la crisi economica, gli italiani hanno cominciato a tagliare sull'acquisto di frutta e verdura e hanno invece aumentato il consumo di antidepressivi. Peccato, perché i soldi spesi per i vegetali sono spesi bene, tanto più che secondo vari studi le depressioni lievi possono essere prevenute grazie a una dieta abbondantemente “verde”, secondo i fondamenti dell'alimentazione mediterranea.

Infatti alcuni studi hanno rilevato un rischio minore di depressione presso i mangiatori “mediterranei”. È la sinergia di diversi cibi, prevalentemente vegetali, a funzionare. Gli esperti attirano l'attenzione prima di tutto sui grassi, dagli omega 3 di pesce e semi di lino (ma anche noci e semi di zucca) agli omega 6 di mandorle e nocciole, senza dimenticare ovviamente l'apporto fondamentale dell'olio extravergine. Dalla verdura a foglia mangiata cruda o scottata, poi, ricaviamo i folati, indispensabili per tenere a bada l'omocisteina (sostanza che, se in eccesso, può favorire la depressione e le malattie cardiovascolari). Oltre ai folati non bisogna farsi mancare altre vitamine del gruppo B, ben rappresentate in cereali integrali e legumi.

Due sostanze di grande aiuto per la regolazione dell'umore sono il triptofano e il selenio. Il primo si trova in legumi, yogurt, banane, sesamo, semi di girasole, patate, cereali come il grano e l'avena; il secondo in pesce, cereali integrali, noci del Brasile. Gli esperti avvertono anche di fare attenzione alle fluttuazioni di insulina, che hanno un effetto sul nostro umore. Da qui l'importanza di preferire i cereali integrali, da associare a una fonte di proteine come i legumi (il cui indice glicemico è basso), il pesce, la carne bianca o le uova.

È poi fondamentale bere molti liquidi, come acqua, tè verde o infusi: basta una lieve disidratazione protratta a lungo per avere effetti negativi. Ricorrere spesso al caffè può sembrare una soluzione, ma quando svanisce l'effetto si rischia di stare peggio. Non parliamo dell'alcol! I cibi dolci danno una sensazione di benessere solo temporanea, meglio non cascarci. Ma ogni tanto un dadino di cioccolato fondente può venire in aiuto, insieme a passeggiate al parco. Insomma, vogliamoci bene.

Giuliana Lomazzi
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