18/07/2012
Ecco un'altra interessante alternativa al caffè: la guaranà, di origine sudamericana come il matè. Il popolo nativo dei Sateré-Mawé, che vive in Amazzonia, fa uso da secoli di questo vegetale da tempo diffuso in tutto il Sudamerica e arrivato da vari anni anche in Europa.
Nel guaranà la caffeina costituisce il 4,49% dei componenti (3-5 volte rispetto al caffè) ed è associata a tannini, lipidi e fenoli (degli antiossidanti) che rallentano l'assorbimento della caffeina e rendono più duraturo il suo effetto. Grazie a questo alcaloide la guaranà stimola il sistema nervoso e le funzioni cognitive (memoria e attenzione), restituisce energia e vigore, contribuisce ad attenuare le cefalee da tensione, agisce sul sistema cardiocircolatorio, stimola il metabolismo. Per la presenza di tannini la guaranà si rivela un astringente e un regolatore intestinale. L'alto tenore di caffeina induce alla moderazione nel consumo: le conseguenze di un abuso sono nervosismo, agitazione, ipertensione, insonnie, aritmie.Perciò solo un uso moderato e saltuario può essere accettabile. Tuttavia molto dipende anche dal tipo di prodotto che si sceglie. In commercio si trova un po' di tutto, anche caffè addizionati alla guaranà: leggendo l'etichetta, si scopre però che questa sostanza rappresenta l'1%. Il resto è dato da grassi, stabilizzanti, sciroppi, emulsionanti, coloranti, aromi.
Meglio rivolgersi al prodotto equo-solidale, una polvere ottenuta tramite essiccazione dei semi in caratteristici forni tradizionali dei Sateré-Mawé. La polvere è parzialmente solubile, perciò tende a depositarsi sul fondo – attenzione dunque a bere anche il sedimento. Ha sapore piuttosto amaro ma può essere associata alla frutta per migliorare il gusto e anche il profilo nutrizionale. Per esempio potete provare a sciogliere 1 cucchiaino di guaranà in polvere in 1 bicchiere di succo di arancia o ananas di qualità, addolcendo con poco miele. Potete anche aggiungere la guaranà, sempre nella misura di 1 cucchiaino, a un frullato preparato con latte (vaccino o di riso) e un frutto di stagione.
Giuliana Lomazzi