21/08/2012
(foto Thinkstock).
Con il loro bel ciuffo di foglie verde brillante, i porri ci accompagnano bene o male tutto l'anno, con qualche piccola differenza a seconda della stagione: in estate sono più teneri e in genere di dimensioni più contenute, in inverno sono più grandi e un pochino più coriacei, ma più saporiti.
Non è certo il gusto che manca a questi aromatici parenti di aglio e cipolla, delicati in qualsiasi modo li si prepari. E la versatilità è proprio una delle loro caratteristiche: potete gustare i porri nelle zuppe (come la famosa Parmentier), negli sformati o nei gratinati. Ottimi come base aromatica nei soffritti, questi svettanti ortaggi sono squisiti anche stufati e usati magari come farcia per una torta salata. Quelli estivi sono deliziosi al vapore, soprattutto se serviti con le uova, come si fa con gli asparagi. Da provare anche crudi, nelle insalate, al posto dei cipollotti.
Un errore che si commette spesso con i porri è quello di eliminare le foglie verdi. È un peccato, perché rispetto al bulbo sono più ricche di vitamine (in particolare la A, la C e quelle del gruppo B) e di minerali (potassio, calcio, manganese, ferro, magnesio). L'importante è lavarle molto bene perché sono spesso terrose. Comunque sia il porro nel suo complesso è un ortaggio particolarmente rimineralizzante, ottimo quindi come tonico. Povero di grassi, ha però un buon tenore di fibre e perfino un po' di proteine.
Ben digeribile, diuretico e lassativo, il porro si distingue anche per le sue proprietà anticancerogene. Come gli altri membri della famiglia, è in grado di ostacolare lo sviluppo dei tumori perché svolge un'azione protettiva contro le sostanze cancerogene ed è capace di inibire lo sviluppo delle cellule di vari tipi di cancro. Insomma, è davvero un amico da tenere nel cassetto del frigo. Quando lo acquistate, date la preferenza a piante ben erette, con il basamento bianchissimo, senza segni di ingiallimento, e con il verde di una bella tinta brillante. In inverno scegliete esemplari di grandi dimensioni perché quelli più piccoli sono spesso meno teneri.
Giuliana Lomazzi