25/05/2012
Sergio Valzania sulla Via Francigena del Sud.
Il navigatore Gps segnalava un sentiero e invece c’era un folto campo di grano. «A fatica, lo abbiamo oltrepassato, temendo che da un momento all’altro sbucasse qualche contadino che, scambiandoci per ladri, ci prendesse fucilate».
Piccoli inconvenienti quotidiani di una strana comitiva di pellegrini guidata da Sergio Valzania, vicedirettore di Radio Rai che dal 2 maggio scarpinano per 20-25 chilometri al giorno percorrendo la Via Francigena del Sud, da Roma a Gerusalemme, dove contano di arrivare il 16 giugno. Accompagnano Valzania altri colleghi di emittenti italofone, fra cui Radio Vaticana, che come lui raccontano ogni giorno il viaggio agli ascoltatori.
È un’esperienza che il vicedirettore di Radio Rai ripete da ormai otto anni, nel ciclo di programmi Pellegrinaggi che lo ha portato a percorrere anche il sentiero di Santiago e la Francigena del Nord. Al momento si trovano in Puglia. Il 29 maggio da Brindisi salperanno verso Creta e poi, dopo una tappa a Cipro, arriveranno in Terra Santa.
- Valzania, i suoi compagni sono tutti “esperti” come lei?
«No, c’è anche chi è alla prima esperienza. I primi giorni sono stati duri, anche perché abbiamo camminato con pioggia e vento fortissimi, ma ormai tutti hanno preso il ritmo».
Valzania e una delle persone incontrate lungo la strada.
- Dove vi fermate a dormire?
«Dove capita, in alberghi o più di frequente in agriturismi. A
Cerignola, abbiamo soggiornato nel Santuario dell’Incoronata, dove c’è
un padiglione per accogliere gli ospiti. La Francigena del Sud è la via
meno frequentata dai pellegrini e quindi ci sono meno strutture di
accoglienza. L’obiettivo della nostra iniziativa è proprio far conoscere
questo bellissimo percorso che in Italia si snoda fra il Lazio e la
Puglia, attraversando gli Appennini. A tal fine realizzeremo un libro
con tutte le informazioni necessarie per chi vorrà ripetere il nostro
cammino».
- L’incontro che l’ha colpita di più?
«Un contadino, seduto sul suo trattore, ci ha visto passare in mezzo al
nulla. Superato lo stupore, si è voltato verso di noi e ci ha salutato
con un’infinita tenerezza. E poi è bellissimo fermarsi a parlare con gli
albergatori: sono orgogliosi di raccontare le storie di luoghi a loro
così cari ma sconosciuti alle masse e la qualità dei servizi che offrono
è stata sempre altissima: di solito si mangia con 15 euro e si dorme
con 30».
- Avete anche dei momenti di preghiera in comune?
«No, perché fra noi ci sono differenze religiose, c’è chi come me è
cattolico e chi è ortodosso e ci sono anche differenti modi di intendere
il rapporto con la fede. Ci accumuna il desiderio di ricerca: ognuno
approfitta di queste giornate per scavare dentro sé stesso. Per quanto
mi riguarda, ogni giorno che passa mi sento sempre più leggero, più
libero dalle preoccupazioni spesso futili della vita quotidiana. Quando
arriva il momento di andare a dormire, sono stanchissimo ma sento come
se il Signore mi stesse abbracciando».
- Quando è possibile ascoltare il suo diario di viaggio in radio?
«Registro i miei interventi al pomeriggio e poi vanno in onda ogni
giorno su Radio 1 all’1.00. Oppure si seguono su RaiWebRadio o sul blog
daromaagerusalemme.blog".
Eugenio Arcidiacono