19/06/2012
Un colibrì nel suo tipico volo.
L'Oasi di Sant'Alessio è esattamente ciò che promette: un paradiso, in cui flora, fauna ed essere umani vivono - e imparano a vivere - in armonia. È bello ripercorrere la storia di quest'area che sorge a San'Alessio con Vialone, in provincia di Pavia. È il classico sogno che si tramuta in realtà. Antonia e Harry Salamon acquistarono il Castello di Sant'Alessio e quel poco di terra che gli stava attorno nel 1973. Li animava la passione per l'architettura medievale, ma anche il sogno, coltivato fin dall'infanzia, di creare un allevamento di specie in pericolo. Tenendo presente questa situazione iniziale, il visitatore di oggi deve considerare che tutto ciò che vede è stato costruito negli anni successivi.
Le prime tre specie a cui dedicarono attenzione furono il falco pellegrino, che stava scomparendeo dall'Europa, il Cavaliere d'Italia e la Cicogna bianca, assente dal Belpaese da cinque secoli. Fra successi e difficoltà, la stagnante situazione economica del 1993 si trasformò in un'occasione di crescita: si pensò di trasformare l'Oasi in un servizio, aprendola al pubblico. Piaceva ai fondatori l'idea di condividere la bellezza del luogo - allora unico in Italia - mentre c'era il timore che il flusso dei visitatori avrebbe allontanato alcune specie, in particolare gli aironi.
L'attività didattica a favore di scuole e gruppi è uno dei punti di forza dell'Oasi.
Il passo fu comunque compiuto, e i risultati furono davvero sorprendenti. Si scoprì che gli animali selvaggi che popolavano l'ambiente tolleravano bene la presenza umana. Un passo alla volta, furono costruiti camminamenti segreti, gli stessi che ancora oggi consentono al visitatore di penetrare nel cuore della garzaia (così si definisce la nidificazione degli aironi), a poca distanza dal martin pescatore, dai fenicotteri, dalle cicogne, dai mignattai, dagli scoiattoli.
I risultati ottenuti erano davvero importanti. Intanto, era stato dimostrato che, riportati alle originarie condizioni di vita, gli animali recuperavano i loro comportamenti abituali. Ad esempio, le spatole riprendevano a fare la pesca in rastrello. Inoltre, era emersa la possibilità di svolgere una preziosa educazione ambientale senza intaccare l'habitat.
Questa premessa storica serve a capire cos'è oggi l'Oasi di Sant'Alessio, questo piccolo-grande paradiso che protegge i deboli (specie in via di estinzione o minacciate) e garantisce una pacifica convivenza fra la natura e l'uomo.
Durante il sabato e la domenica il amestro falconiere insegna ai visitatori a conoscere falchi, aquile e gufi.
Centrale, nell'attività dell'Oasi, è l'attività didattica curata dall'Associazione didattica museale (www.assodidatticamuseale.it): il patrimonio faunistico e floreale viene messo a disposizione di gruppi e scuole, attraverso autentiche lezioni "sul campo", per una volta non in astratto, bensì a diretto contatto con animali e piante. Continua, nella tradizione dell'Oasi, la missione di salvaguardare specie in pericolo, grazie al Centro di recupero animali selvatici (Cras). Di pari passo procedono i progetti di recupero, ovvero di reimmissione di specie minoritarie (un dato: in meno di vent'anni sono stati rilasciati 250 Cavalieri d'Italia). Per una visione complessiva della ricchezza faunistica e floreale, rimandiamo al sito www.oasisantalessio.org, dove si potranno conoscere i numerosi abitanti dell'oasi, dai mammiferi agli uccelli, dai rettili e anfibi ai pesci, oltre alle tante varietà di piante e ai fiori. Sullo stesso sito, attraverso il "diario", si può seguire la vita quotidiana dell'oasi, con le novità, le sorprese, le piccole e grandi gioie di tutti i giorni.
Per allietare la visita, è in programma una serie di eventi, dai workshop di fotografia naturalistica alla liberazione dei rapaci (aquile, falchi, gufi). Una serie di servizi (bar, minishop, grigliate) rendono confortevole la permenenza all'interno del parco.
DOVE & QUANDO
Oasi di San'Alessio, Sant'Alessio con Vialone, via Cadorna 2 (Pavia). Info: www.oasisantalessio.org, tel. 0382/94.139.
Paolo Perazzolo