Si sono svolti lunedì 21 novembre nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente i funerali di Maria Belotti, vedova Del Pero, la nostra mamma.
Mamma Mariella si è spenta sabato all’ospedale di Desio, dove era ricoverata da due settimane per l’aggravarsi di una malattia che l’affliggeva ormai da alcuni anni, privandola dapprima dell’autonomia di movimento e poi costringendola a letto, cosa che lei aveva sofferto moltissimo, essendo stata da sempre molto attiva ed impegnata nel volontariato sociale.
Era nata il 15 agosto 1926 a Martinengo, nella bergamasca, proprio in quella stessa cascina dove Ermanno Olmi avrebbe poi girato il film L’albero degli zoccoli. Aveva cominciato a lavorare all’età di 11 anni nella tessitura Tosi di Legnano, vivendo ancora bambina presso il convitto delle suore Canossiane di quella città. E avrebbe voluto lavorare ancora, anche dopo aver compiuto 65 anni, quando per legge fu invece collocata in pensione. Il secondo giorno da pensionata cominciò la sua attività di volontaria presso l’Opera Pia Porro di Barlassina per assistere gli anziani lì ospitati.
Del resto, nella sua vita aveva sempre lavorato. Nel ’44, in seguito ai bombardamenti che avevano distrutto la Tosi, era stata trasferita a fare l’infermiera all’ospedale di Seregno, dove due anni dopo aveva conosciuto papà Enrico Del Pero Pustòch, intagliatore medese che a febbraio del 1948 sarebbe diventato suo marito (il matrimonio le sarebbe costato il posto di lavoro, perché allora era prassi che quando una dipendente dell’ospedale si sposava venisse licenziata).
Nel 1959, per evitare che questo accadesse, riprese il lavoro 12 giorni dopo aver partorito il suo terzo figlio, Gianni. Aveva già avuto due figlie: Rosita nel 1948 e Cesarina (Rina) nel 1951. Rosita sarebbe morta la notte di Natale del 1981.
Maria Belotti diventò “la Mariella” nel 1958, quando venne assunta come infermiera comunale dei due medici condotti (Antonio Pinto ed Ernesto Bergamaschini). E fu l’infermiera comunale per 33 anni, non solo dei medici condotti, ma anche dell’ONMI (Opera Nazionale Maternità e Infanzia), del Pronto Soccorso, dell’USSL e infine dell’ASL.
Era rimasta vedova il 6 maggio del 1976, giorno del terremoto in Friuli.
E’ sempre stata una persona generosa e – a sottolinearne la continuità – dopo la sua morte, i familiari hanno deciso di donarne le cornee.
Da quando era in pensione, le piaceva dire di essere “l’autista del Signur”, perché accompagnava in auto le suore che portavano l’Eucaristia agli ammalati.
Adesso devono essere venuti gli angeli ad accompagnare lei dal suo “Signur”.
Corrado Marelli