24 aprile 2012
AL PAPA GIOVANNI XXIII
Al Papa che più che Papa è stato il papà che ha guidato interi
popoli,
ha ravvivato le nostre anime, regalato speranze e coraggio, quando il
mondo
si sgretolava per l’apparente e sovrastante potenza del male, che
imperversa
confondendo menti, ingannando corpi e tentando cuori.
Hai unito in un attimo nemici ed amici concretizzando la pace nel
mondo,
nella speranza che cancella la violenza. La pace era il suo sogno,
la preghiera
che a tutti umilmente chiedeva. Nella sua grandezza ci ha donato la sua
sofferenza, umile come solo i grandi sanno essere, dolce come la
purezza
dei suoi occhi,
era un essere umano e lo ha sempre dichiarato, era un ministro di
Dio,
ma non lo “gridava”, lo professava operando con la semplicità dei suoi
gesti,
era naturale sentirlo uno di noi, perché lo era.
La commozione questo m’ispirava, quando lo guardavo. Tante parole, ma
nulla
esprime quel sentimento che in tutto il mondo ha lasciato. Ci ha dato
amore:
«Il Signore mi ha abbandonato». «Anche se ci fosse una donna che si dimentica il figlio, Dio non t’abbandonerà mai» E all’amore, quello vero, non si
risponde che amore, anche nel cuore più duro.
Grazie perché resterai sempre con noi, perché sei stato il nostro
Papa.
Ti prego Papa tanto dolce, nella tua forza, che ti ha fatto
sopportare tanto
guidami verso la strada della pace che hai portato più di una volta,
aiutami
a trovare la pace dell’anima fuori e dentro di me.
Proteggimi.
Eleonora Puca