La risposta di don Pulcinelli apparsa nel n. 5 di Famiglia Cristiana a una domanda riguardante "La Madonna e il Risorto", mi ha fatto venire in mente questa mia poesia, scritta tempo fa, dove ho lasciato lavorare la fantasia, pur dando spazio a cose concrete:
Pasqua '99
LA VESTE DEL RISORTO
Signore, il tuo corpo solo di sangue era vestito
quando dietro il masso tondo sei sparito.
Quale abito ha rivestito il tuo corpo glorioso
quando sei uscito quel mattino famoso?
Ricoperto di luce e di bellezza,
come si conviene ad una eterna divina giovinezza?
Ma quel Risorto che ha mangiato e camminato,
aveva ancora segni nel corpo straziato.
Via... diamo spazio alla fantasia,
in serbo aveva una veste mamma Maria:
inconsutile, candida, festosa
per il Figlio che avrebbe iniziato un’epoca gloriosa.
Questa veste bianca e senza cucitura,
riveste ora la Chiesa,
per acclamare il Risorto senza paura.
Franca Cazzaniga
Mando pure queste rime composte in un momento particolare della mia vita:
D0L0RE
Il dolore della carne non sperimentato
può essere solo apparentemente immaginato.
C’è il dolore occasionale e passeggero
il guaio è quando dura un giorno intero.
Se poi supera l'anno nei suoi 365 giorni
temi che ogni domani ritorni.
Non è della natura umana vivere di sofferenza
anche se l’umanità ne sperimenta l’essenza.
È difficile affrontare la vita normale
quando gli altri non si accorgono che tu hai male.
Vorresti dirlo con un po’ di frequenza
ma non sempre trovi ascolto e benevolenza.
Il grido della persona che soffre
è «liberami» Signore, anche se offre.
Il grido di Gesù: «Mi hai abbandonato»
qualche volta può essere inascoltato.