Non praevalebunt

Non praevalebunt
Giovanni Paolo II 
come un figlio nei confronti del padre
ti capii tardi 
ti conobbi tardi ho da sempre ricercato Dio
ho provato una fede che credevo più vera 
Testimone di Geova 
come Paolo 
 sono stato illuminato sulla via di Damasco 
e Gesù parlò al mio cuore
Maria nostra madre mi condusse per mano 
l’ultimo tuo giorno di vita 
 venni a trovarti a casa 
pregai sotto la tua finestra
il Signore a cui appartiene il mio cuore 
mi fece innamorare di te
del tuo modo di predicare 
ti amai e ti amo 
non abbiate paura dicesti 
non ebbi più paura 
piansi 
piansi molto quando ti unisti a Dio
accolsi “stranieri” in preghiera 
silenti davanti alla televisione
davanti alla tua bara 
lo Spirito Santo accarezzava il tuo sepolcro
tu continuavi a benedire il mondo 
come Cristo risorto
mostravi le pagine del Vangelo 
attirando ancora le folle a Dio Padre.


Benedetto XVI 
abbracciato e condotto dallo Spirito
hai indossato le vesti di Cristo 
con le dita che sembrano danzare
sul tuo pianoforte benedici il mondo intero 
ora andrai nel deserto a pregare
molti piangono in piazza San Pietro 
una lacrima sul selciato
riflette i colori del cielo 
come un diamante 
brilla luminosa nel sole
riflettendo la Gloria di Dio 
poco distante 
alla destra della precedente
un’altra lacrima comincia a brillare 
ambedue portano la Luce nel mondo
la prima lacrima sostiene la seconda 
affinché non siano calpestate
ma le porte degli inferi non prevarranno 
poiché è Dio che muove le Sue pedine
sulla scacchiera internazionale 
a Lui appartiene la vittoria finale. 


Giuseppe De Carolis