Cara Famiglia Cristiana, sono un’insegnante in pensione. Da bambina leggevo il settimanale (lo comprava mia mamma). Ho sempre continuato a leggerlo. Sono grata perché ha contribuito alla mia formazione umana e spirituale. Ho un desiderio: vorrei che venisse pubblicata la poesia che accludo "Italia mia" (l’ho scritta due anni fa), perché desidero unirmi, proprio quest'anno che si celebra il 150°anno dell’Unità d’Italia, a tutti gli italiani che sono orgogliosi di appartenere a una nazione libera e unita. Vorrei, inoltre, che la nostra Italia, nazione generosa, credente e disponibile verso il prossimo, venisse governata da persone oneste e sagge, capaci di guidare i propri passi verso l’orizzonte dell’amore, della solidarietà, della giustizia morale. Il primo desiderio lo affido nelle sue mani. Il secondo agli uomini di buona volontà.
Italia mia
Tutte le volte che vado
in giro per la tua terra,
Italia mia,
un groppo alla gola
mi lascia senza parole.
Ogni tuo scorcio
e ogni tuo recondito angolo
parlano d’amore, di musica,
di preghiera e di poesia.
E che dire dei monumenti
che rendono le tue città
splendide e imponenti:
romanico, gotico,
barocco, rinascimento,
si mostrano agli occhi
di chi li ammira
come diamanti
incastonati su ruvida pietra,
testimoni di un glorioso passato.
Il mio cuore riconoscente
ringrazia con umiltà
tutti i tuoi piccoli grandi artisti
che con le mani callose,
con la fronte madida di sudore,
con intelligenza
e soprattutto con tanto amore
ti fecero così bella,
Italia mia.
E il mio pensiero vola
tra i ricordi del passato
e mi rivedo bambina
felice
seduta su un duro
banco di legno,
col capo chino
su un libro ingiallito
a ripassare e ripassare,
con emozione sempre crescente,
la storia di tanti tuoi figli
che con grande sacrificio,
anche della loro vita,
ti resero libera e unita.
Italia mia.
Alba