01/12/2010
Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari.
La legge sul divorzio compie quarant'anni. Era il primo dicembre 1970 quando fu approvata la legge n. 898, detta "Baslini-Fortuna" dal nome dei due parlamentari promotori della stessa,
recante il titolo "Disciplina dei casi di scioglimento del
matrimonio". Da quel momento in Italia divenne possibile separarsi e divorziare agli effetti civili. La legge rappresentò l'epilogo di un'autentica battaglia politica durata diversi anni, almeno 5, e culminata, nella drammatica notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre 1970 al termine di una seduta parlamentare di oltre 18 ore, nell'approvazione del provvedimento legislativo con 319 voti a favore (comunisti, indipendenti di sinistra, liberali, repubblicani, socialdemocratici e socialisti) e 286 contro (democristiani e missini). La prima battaglia era dunque vinta dal fronte "progressista".
La seconda battaglia, forse ancor più dura politicamente e infausta nell'esito per la Chiesa, ebbe luogo quasi 4 anni dopo, al termine di intense polemiche e dopo che 1 milione e 300mila firme furono depositate alla Cassazione per chiedere il referendum abrogativo della legge. Il referendum si tenne il 12 e 13 maggio 1974 con una mobilitazione di massa: ben l'87% degli italiani si recarono alle urne, e solo questo dato dà conto ancor oggi della passione politica con cui fu affrontata la questione. Lo spoglio vide prevalere il fronte del "no" (59,30%) sul "si" (40,7%), con il risultato che Baslini-Fortuna fu definitivamente confermata.
La legge, che sarà poi ripetutamente cambiata, rappresenta un segno dei tempi, la controprova del lento ma inesorabile prevalere anche nella cattolica Italia di una mentalità secolarizzata, relativista, sempre più lontana dai valori della famiglia, da sempre nelle corde del popolo italiano. I dati successivi non faranno che confermare il trend: solo nel 1995, come ricorda il Forum delle Associazioni familiari, le separazioni erano 52mila e i divorzi 27mila, nel 2009 sono diventati
rispettivamemte 84mila e 54mila.
Il Presidente del Forum,
Francesco Belletti, ha constatato, ricordando l'anniversario, che «la stabilità e la tenuta della famiglia e della coppia appaiono ormai faticose
conquiste per pochi e
risulta sempre più normale la rottura delle promesse di matrimonio». Tre
questioni, secondo Belletti, però meritano di essere ricordate: «Innanzitutto
rimangono maggioranza le
coppie che, tra le alterne vicende della vita, riescono a durare nel tempo»; in secondo luogo «
la nostra società ha costruito una ideologia della "separazione
leggera"
negando le sofferenze che separarsi implica per la coppia e per i figli»; infine, «fiumi di inchiostro, progetti di legge, percorsi formativi, energie e soldi sono
stati investiti nel giusto accompagnamento alla separazione, ma
quasi niente è
stato fatto per sostenere le coppie durante i momenti di difficoltà per aiutarle a non separarsi».
Belletti ha concluso che «dopo quarant'anni di esperienza
è giunto il
momento di riconoscere che la stabilità della coppia nel matrimonio è una
risorsa insostituibile di coesione sociale e di sostegno, soprattutto per i
minori, e che sostenere le coppie "prima" di separarsi è una priorità assoluta,
su cui tutti i servizi socio-sanitari, e, in primis, i consultori, dovrebbero
ri-orientare le proprie attività». «Questo», ha concluso, «sarebbe il modo migliore per
ricordare questi 40 anni non come la vittoria del "divorzio-conquista di
civiltà", ma come l'occasione per reinvestire nella
famiglia».
Stefano Stimamiglio