Adolescenti sempre più sedentari

Un'indagine della Società Italiana di Pediatria rivela che il 60% degli adolescenti passa almeno 11 ore al giorno seduto: tra scuola, tv e internet. I rischi per il loro futuro.

18/05/2012
Foto Corbis
Foto Corbis

Una vera e propria “epidemia di sedentarietà” quella del nostro tempo se ormai non si salvano neppure gli adolescenti. E’ quanto dice l'indagine “Abitudini e stili di vita degli adolescenti” condotta dalla Società Italiana di Pediatria (Sip) che non lascia ben sperare in questo senso. Ben il 60% dei ragazzi, infatti, trascorre all'incirca 11 ore al giorno tra sedia e poltrona, ovvero tra scuola, Internet e Tv. L’analisi è stata fatta su un campione rappresentativo di 2081 studenti (1042 maschi e 1039 femmine) frequentanti la terza media inferiore in tutto il territorio nazionale. Altro che “declino dei media tradizionali”, avvertono dalla Sip: la televisione sta tornando alla grande tra le abitudini dei ragazzi, e invece di essere alternativa a Internet vi si somma, contribuendo ad aumentare il tempo in cui si sta seduti, per più di 3 ore al giorno per il 17.3% degli intervistati. E per usare Facebook e lo smartphone fanno anche le ore piccole.

Tra le note positive, invece, il calo del bullismo anche se preoccupa quello ‘on line’, la condivisione di valori come l’antirazzismo (il 73,7% del campione contro il 65,1 dello scorso anno), l’aumento della consapevolezza sui temi legati alla sessualità. Ma l’attenzione data alla mancanza di movimento deve rimanere alta: assieme alla Federazione Medici Sportivi Italiani, è stato rilevato che circa il 40% degli adolescenti, oltre alle 2 ore di educazione fisica a scuola, non pratica alcuna attività sportiva o pratica sport per meno di 2 ore alla settimana. Solo il 30% dedica allo sport più di 4 ore alla settimana. Con tutti i rischi che ciò comporta in termini di insorgenza di malattie croniche in età adulta. Dalle 3 alle 4, invece, sono in media le ore trascorse seduti davanti a uno schermo, TV e/o PC che sia, alle quali si sommano le 4 ore passate nel banco a scuola (stima riduttiva), l’ora e mezza destinata a pranzo e cena, e l’ora e mezza dedicata ai compiti. E pensare che il tradizionale suggerimento dei pediatri è quello di non superare le 2 ore al giorno tra TV e computer.

«Questi dati ci preoccupano non poco», ha affermato il presidente della Società Italiana Pediatria Alberto G. Ugazio. «La sedentarietà, come è noto, è un determinante importante dell’obesità, quindi della sindrome metabolica come fattore predisponente delle principali malattie cardiovascolari degenerative e tumorali dell’adulto e dell’anziano. D’altro canto non bastano certo le 2 ore a settimane di sport per recuperare le tante ore passate seduti. Ulteriore conferma degli stili di vita errati è il fatto che il mezzo utilizzato più frequentemente per andare a scuola è l’auto, utilizzata nel 43,1% dei casi». Qualche altro dato significativo dell’indagine: per il 77,7% del campione le regole imposte dai genitori vanno bene, mentre solo il 16,5% le considera eccessive e un altro 6% addirittura poche. «Forse qualche regola più rigida non farebbe male - commenta Maurizio Tucci, curatore dell’indagine - se si pensa che più del 50% va a letto dopo le 23 anche se il giorno successivo c’è scuola, e la percentuale sfonda il 90% se invece non ci sono lezioni. Inutile dire che queste ore i baby nottambuli le trascorrono davanti alla TV o, molto più spesso, navigando in Internet, indisturbati nella propria camera da letto. Il 68%, infatti, ha il PC in camera da letto e il 61% la TV. Naturalmente il 45% li ha entrambi».

Sì, inoltre, al primo amore a 13 anni, ma per il sesso c’è tempo. Anche se la maggioranza degli intervistati (il 65%) ha già avuto il ragazzo o la ragazza, il sesso non sembra essere una priorità: solo il 12% ritiene che 14 anni sia già un’età ragionevole per avere rapporti sessuali completi. La maggioranza relativa (47%) risponde che: «non c’è un’età precisa, ma, quando ci si sente pronti». E se doveste rinunciare per un mese a TV, telefonino o PC, cosa fareste? «Rinunciaci tu» è stata la risposta per la maggior parte data, con una maggioranza che rinuncerebbe alla tv (47,1%), rispetto al computer (27,7) e a telefonino (23,9). Una conferma di quanto sostiene Costantino Gilardi, psicologo domenicano e grande conoscitore dell’adolescenza, che indica che una delle maggiori criticità della nostra società, che così ha abituato le nuove generazioni, è rappresentata dall’incapacità alla rinuncia, sulla quale si dovrebbe fondare l’essenza dell’uomo.      

Alessandra Turchetti
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