Adozioni: no ai single

Parla Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. Prioritario il diritto dei bambini di avere un padre e una madre.

15/02/2011

"I casi eccezionali, già oggi previsti dalla legge, che consentono l’adozione di minori da parte di adulti single devono restare, appunto, delle eccezioni, e non diventare un improprio grimaldello per reclamare un’allargamento delle maglie della legislazione". E' deciso il commento di Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, sulla sentenza 3572 della Corte di Cassazione, che ha invitato  il legislatore a "provvedere ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di un minore da parte di una persona singola".

In Italia, ricorda Belletti, "c’è ancora una grande abbondanza di coppie che hanno intrapreso la via dell’adozione. Molte di più di quante siano le concrete possibilità di completare le procedure di adozione un bambino, in Italia o all’estero. Con l’adozione si vuole restituire una genitorialità piena, con un papà e una mamma, a bambini già duramente provati dalla vita e che hanno il diritto di crescere ed essere educati in una famiglia. Il diritto del bambino deve essere messo al primo posto rispetto al desiderio degli aspiranti genitori".

 "I bisogni di un bambino senza famiglia esigono le migliori condizioni possibili" continua il Presidente del Forum. "Alla società che regola le adozioni spetta di garantire queste condizioni e certamente la presenza stabile di un padre e di una madre è fattore fondamentale per il futuro benessere di quel bambino. In situazioni particolari – in quei casi speciali che già la nostra legislazione ammette – si può riconoscere l’adozione di single, ma queste situazioni sono e devono rimanere “speciali”. Il diritto generale deve puntare a dare al minore un padre ed una madre che si curino di lui".

La sentenza della Cassazione nasce dalla convalida, seppur in forma non pienamente legittimante ma «mite», dell'adozione di una bimba russa. La Suprema Corte ha detto «no» alla richiesta della mamma adottiva di ottenere l'adozione nella formula pienamente legittimante per la piccola bimba ma ha concesso l’adozione «mite» che è stata consentita e trascritta qui in Italia, con decreto della Corte di Appello di Genova del 2009. In questo caso sono previste limitazioni, come la necessità del consenso di un tutore legale per determinati atti che riguardano la minore, e alcuni limiti, come la possibilità di ereditare dai parenti collaterali della mamma.

Nonostante questo, l'esortazione dei giudici ad ampliare la possibilità da parte dei single favorisce un dibattito, già presente da tempo nel Paese su un allargamento che nascerebbe da una sorta di necessità di un "male minore" per riuscire ad accogliere un numero maggiore di bambini, fine per cui secondo alcuni andrebbe esteso l'accesso all'adozione anche alle coppie omosessuali, come accade altrove.
 
Un'ideologia che spesso parte da un diritto, inesistente, all'adozione prima ancora che dal diritto di un bambino ad avere una famiglia, a cominciare dalla propria che, se in difficoltà a prendersene cura, andrebbe in primo luogo aiutata a farlo (come fanno i molti progetti si sostegno realizzati dagli stessi enti autorizzati all'adozione internazioanale).

Renata Maderna
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