12/12/2012
Più famiglie per i bambini e più valore alle famiglie: sono queste, in estrema sintesi, le novità delle “Linee di indirizzo nazionali per l’affidamento familiare” (http://www.minori.it/minori/linee-di-indirizzo-per-laffidamento-familiare) recentemente presentate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Forum Famiglie le ha definite come «un passo importante per lo sviluppo qualitativo e quantitativo degli interventi di affidamento familiare e per una maggior tutela del diritto dei bambini e ragazzi a crescere in una famiglia nonostante un quadro di continui tagli alle risorse pubbliche nel campo delle politiche e degli interventi di protezione minorile e familiare».
Il testo, che rappresenta l’esito di un lungo progetto, intitolato Un percorso nell’affido, non si sostituisce alle legislazioni regionali ma si pone come un prezioso strumento di orientamento generale rispetto ai principi, ai contenuti e alle metodologie di attuazione dell’affidamento familiare.
Nelle Linee Guida ci sono almeno quattro importanti novità.
La prima è che l’affidamento familiare viene considerato, una volta per tutte, lo “strumento privilegiato” per rispondere alle esigenze dei bambini piccoli allontanati dalla propria famiglia. Gli inserimenti in struttura di bambini da 0 a 5 anni, insomma, devono possibilmente sparire a favore di coppie che, accogliendoli, diventino subito “figure stabili di attaccamento”.
La seconda novità riguarda il riconoscimento delle famiglie affidatarie, depositarie di “valore sociale, civile e politico” e con “specifiche competenze educativo/relazionali migliorabili, ma non surrogabili professionalmente”. Finalmente, sottolinea il Forum, le famiglie affidatarie sono riconosciute come partner dei Servizi sociali e viene anche ribadito il loro diritto a ricevere un contributo economico. Secondo l’ultimo Quaderno di Ricerca Sociale dell’Istituto degli Innocenti, che ha realizzato la fotografia più aggiornata dei bambini fuori famiglia, la forbice del contributo economico alle famiglie affidatarie è ancora molto ampia e si differenzia da regione a regione: si va da un massimo di 723 euro mensili erogati dalla Provincia Autonoma di Trento a un minimo di 203 euro erogati in Puglia.
Oltre al riconoscimento del ruolo della singola famiglia affidataria, le Linee Guida vanno oltre e riconoscono formalmente la “funzione pubblica” delle Associazioni e le Reti di famiglie affidatarie, sottolineando la necessità, da parte del Servizio pubblico, di una collaborazione attiva, intenzionale, continua e programmata.
Quasi a conclusione di questi passaggi, la quarta novità delle Linee Guida è l’introduzione dell’affidamento a una famiglia affidataria appartenente a una Rete di famiglie. «La nostra associazione aveva già avanzato questa proposta alcuni anni fa», commenta Walter Martini, responsabile del servizio minori e affidamento della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Si tratta di un affidamento familiare a tutti gli effetti, ma l’appartenenza all’associazione da parte della famiglia può favorire il reciproco sostegno e l’aiuto sia relazionale sia materiale. Ciò è necessario soprattutto per le situazioni di accoglienza difficili in cui può essere indispensabile avere una rete di relazioni familiari di supporto».
Benedetta Verrini