05/01/2013
Dal 2003 l'Italia ha visto un forte aumento fra i giovani dei disturbi legati all'alcol. Secondo l'Istituto superiore della sanità, sono interessate 1 milione e mezzo di persone fra 11 e 24 anni, e le ragazze sono più esposte. Fra il 2000 e il 2010 i ricoveri ospedalieri legati al consumo di alcolici sono aumentati del 10% ed è cresciuta la mortalità correlata (superiore alla media europea). Nello stesso tempo sono passati dal 33,7 al 41,9% i giovani di 18-24 anni che consumano l'alcol fuori pasto; nella fascia di età dai 14 ai 17 anni la percentuale è passata dal 14,5 al 16,9. Tra le ragazze, la quota si è triplicata.
Sono proprio le giovanissime le più a rischio per la drunkoressia, disturbo alimentare che associa l'abuso di alcol al digiuno prima e dopo la bevuta per consumare alcolici a ruota libera senza ingrassare (un cocktail può arrivare a 500 calorie). Così l'happy hour diventa una triste ora con ragazzine in miniabiti o shorts cortissimi, rigorosamente di taglia 38. L'estrema magrezza, indotta anche da un eccesso di attività fisica, non è la sola conseguenza: con il tempo possono insorgere amenorrea, osteoporosi, epatiti, cirrosi, cardiopatie, tumori, neuropatie, problemi cognitivi. Senza considerare i risvolti psicologici e sociali, i rapporti con la famiglia e gli amici.
Il 10,6% dei maschi e il 3,9% delle ragazze di 16-17 anni pratica poi il binge drinking, sorta di cultura del bere fino all'intossicazione. Alle feste, o nel weekend, i giovani trangugiano almeno sei bevande alcoliche molto rapidamente per ottenere euforia e ubriachezza totale. Noia, ansia, tristezza, insoddisfazione, insicurezza spingono a cercare rifugio nell’alcol, sostanza legale di cui si ignorano i rischi. I danni normalmente causati dal suo consumo soprattutto negli adolescenti (l'OMS lo sconsiglia del tutto sotto i 15 anni), sono accentuati dalla velocità con cui le bevande vengono ingurgitate: gli studi dimostrano effetti peggiori rispetto alla stessa dose consumata in tempi lunghi.
Purtroppo, spesso si ignora la complessità del problema rappresentato dall’alcol. La società e certi spot pubblicitari ci invogliano a bere per essere pronti, alla moda, apprezzati. Ma ci sono cifre che non si possono dimenticare: l’alcol causa il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi, il 41% degli omicidi, il 45% degli incidenti, ed è la prima causa di morte per i giovani tra 15 e 29 anni. A tutto ciò si aggiungono le difficoltà degli alcolisti, come disoccupazione ed emarginazione sociale.
In questa drammatica situazione la famiglia è il punto cruciale. Le campagne scolastiche hanno un maggior effetto se i genitori sono coinvolti. Oltre a conoscere compagnie e amici frequentati dai figli, mamma e papà devono fare attenzione a comportamenti insoliti, improvvisi cambiamenti di carattere. E soprattutto stare vicino ai figli, chiedendo nel caso l'aiuto di uno specialista dei disturbi dell'alimentazione.
Giuliana Lomazzi