02/08/2012
Il sostegno per eccellenza per i familiari dei malati di Alzheimer o di altre forme di demenza senile è in primo luogo una corretta informazione. Tocca in primo luogo agli operatori sanitari fornirla. L’informazione può essere certamente arricchita da libri - esistono veri e propri manuali su questo argomento -, da gruppi di mutuo aiuto o magari anche... organizzando qualche Alzheimer Caffè...
Oggi, poi, - è notizia di questi giorni - è possibile trovare risposte alle tante domande che possono sorgere su questa delicata tematica anche con l’aiuto di un anuova applicazione per iPhone e Android chiamata Alzheimer App, scaricabile gratuitamente dal sito di Alzheimer Italia.
Nell’applicazione si trovano spiegazioni sulla natura della malattia, sui disturbi fisici che possono sorgere, sui cambiamenti dell’umore e come affrontarli, sui problemi quotidiani, sui centri di assistenza e su tanti altri aspetti della malattia. Viene facile pensare che questo mezzo d’informazione sia particolarmente adatto alle giovani generazioni, che hanno tutto il diritto di non essere esclusi da quello che sta succedendo ai nonni o ad altre persone significative.
Quando un familiare si ammala di Alzheimer o di qualche altra forma di demenza, “il sistema” famiglia deve fare i conti con situazioni nuove e spesso imprevedibili.
A volte i familiari si possono addirittura vergognare per i comportamenti fuori dalle regole del familiare, per “cadute di decoro” che egli ha anche nella cura della propria persona.
Spesso non si sa come comportarsi con questi malati: correggere i comportamenti “sbagliati”?, sgridarli? nascondere la malattia del familiare dietro una sorta di omertà verso l’esterno? No: non c’è spazio per sensi di colpa, né per il paziente né per i familiari, non c’è spazio né motivo di vergogna. C’è invece spazio e necessità di assistenza e di salvaguardia della dignità della persona. E qui, appunto, serve corretta informazione, attraverso qualsiasi canale.
Harma Keen