Diventi madre? Il drink può aspettare

Torna la campagna di Assobirra e Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) per sensibilizzare le donne, soprattutto le under 30, sui rischi del consumo di alcol in gravidanza.

09/03/2012

In Italia ogni anno più di 560mila donne diventano madri. E per molte di loro durante la gravidanza sorge una domanda: come regolarsi con il consumo di alcol? Il vino, la birra, gli alcolici in generale faranno male al bambino? Il problema non è di poco conto: se molte madri sono consapevoli dei rischi, circa il 20% di loro decide di non rinunciare drasticamente al bere e continua a concedersi qualche bicchiere nel periodo della dolce attesa. Secondo una ricerca commissionata da Assobirra (Associazione degli industriali della birra e del malto), il 17% delle donne, una volta appreso di essere incinte, riduce il consumo di bevande alcoliche, ma non le elimina, il 4% addirittura mantiene le abitudini del bere che aveva prima della gravidanza.

Inoltre, una neo-mamma su tre - secondo i dati Istat - ha meno di 30 anni: proprio la fascia di età nella quale le donne tendono a bere di più e, di conseguenza, ad avere anche comportamenti più a rischio in fatto di consumi di alcol durante la gravidanza. Comportamenti e abitudini che possono nuocere gravemente alla salute del bambino nel grembo. L'alcol assunto dalla mamma, infatti, può interferire con lo sviluppo del feto e provocare l'insorgere di patologie fetali con conseguenti danni permanenti, come ritardo della crescita, ritardo mentale e alterazioni somatiche.

Per informare le donne sui rischi che l'alcol può provocare alla salute dei loro figli, anche quest'anno Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) e Assobirra tornano con la campagna "Se aspetti un bambino l'alcol può attendere". Quest'anno l'iniziativa è dedicata in modo particolare alle under 30: secondo l'indagine di Assobirra, infatti, a fronte della media nazionale del 4% di donne che non abbandonano l'alcol, la percentuale cresce sensibilmente nella fascia sotto i trent'anni (7% tra 25 e 30 anni, 12% tra 18 e 24 anni). La media cala con l'avanzare dell'età: scende al 2% nella fascia tra 38 e 44 anni. Insomma, le donne incinte quanto più sono giovani tanto più sono poco consapevoli dei rischi che corrono con il consumo di alcolici.

E' importante sapere che, ad esempio, già nelle prime settimane di gravidanza il bere può provocare dei danni e che nessuna dose di bevande alcoliche può essere considerata sicura. La campagna di sensibilizzazione e informazione promossa da Sigo e Assobirra va avanti fino al 31 marzo e si muove principalmente su Internet, attraverso i siti www.beviresponsabile.it e www.sigo.it.

Giulia Cerqueti
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Postato da dabogirl il 09/03/2012 13:55

comincio il countdown aspettando il primo commento “eh ma un dito si può bere” (e vorrei vedere se si fermano a uno) “eh ma un bicchiere di rosso fa sangue” (e vorrei vedere *che tipo* di sangue faccia) “eh ma a me l’ha detto il ginecologo” (spero ti abbia detto anche che l’alcool passa in maniera non filtrata dal tuo stomaco al cordone del feto… e che non si può stabilire con certezza quale sia la soglia di sicurezza)

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