04/08/2010
A volte sono solo prese in giro più o meno pesanti, ma possono degenerare in insulti o vere e proprie minacce. Si tratta grossomodo degli stessi comportamenti che i bulli attuano verso le loro vittime solo che sempre più spesso questi comportamenti avvengono anche in internet. E il dilagare dei social network (come Facebook, Twitter, MySpace) non fa che offrire armi sempre più insidiose e al tempo di facilie e immediata utilizzazione ai persecutori.
I dati sono particolarmente allarmanti. Più di uno studente su dieci ha inviato almeno una volta negli ultimi sei mesi messaggi volgari, crudeli o minacciosi a qualcuno e il 2,5% lo ha fatto oltre cinque volte. Lo rivela un'interessante ricerca sul cyberbullismo, illustrata a Milano in occasione della presentazione della nuova associazione Occhi Aperti che si è assunta il compito di monitorare questo fenomeno sin troppo diffuso tra gli adolescenti
L'indagine è stata condotta su un campione di 951 studenti di età media di 16,5 anni dell'Istituto omnicomprensivo Niccolò Machiavelli di Pioltello, nel Milanese. Dai dati raccolti da Occhi Aperti (costituita dall'istituto Machiavelli e dall'associazione Chiamamilano, in collaborazione con il dipartimento di Psicologia della Seconda Università di Napoli e la partnership del Ministero dell'Istruzione) emerge che i ragazzi sono lasciati molto liberi e troppo soli dai genitori nell'uso e nell'accesso ai social network.
Infatti la ricerca mostra una realtà in cui l'80% degli studenti usa internet per comunicare, l'85,4% ha un profilo di social networking, ma la metà afferma che i genitori non hanno mai dato un'occhiata a quello che i figli fanno su internet e il 66% delle famiglie non ha mai guardato il profilo di social networking dei propri figli.
Non c'è quindi da stupirsi se il 6,7% del campione segnala di aver ricevuto negli ultimi sei mesi messaggi online che lo hanno fatto temere per la propria sicurezza, l'8% di aver umiliato qualcuno online pubblicando pettegolezzi o materiali offensivi su quella persona, mentre il 9% dice di esserne stato vittima. Il 23,5% ha invece visto o è a conoscenza di studenti che hanno pubblicato minacce o evocato violenze, il 29% di materiale online che denigra il personale scolastico e il 39% di studenti che partecipano a gruppi online di odio.
Orsola Vetri