Cambiamenti climatici...al femminile

Il Parlamento Europeo, con la Commissione sui diritti delle donne e l'uguaglianza di genere, si occuperà a breve degli effetti dei cambiamenti del clima sulle donne.

19/01/2012

Il 25-26 gennaio si riunisce, sotto la Presidenza danese il Comitato dei diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere, (FEMM), la commissione del Parlamento Europeo che si occupa di materie legate alle pari opportunità nello spazio comunitario. In questa occasione verrà trattato anche il tema del cambiamento climatico in relazione alle problematiche di genere. La consapevolezza di un rapporto fra questi temi, infatti, è nata di recente e sono in corso sforzi per integrare sempre di più questi aspetti nella discussione pubblica. Come sempre si parte dai dati, che, a guardare bene, parlano da soli. Chi sa per esempio che nel mondo le donne hanno meno accesso alle risorse economiche e ai diritti di proprietà? Secondo le statistiche le donne possiedono meno dell’1% delle risorse disponibili, mentre il 70% delle persone che nel mondo vivono con un dollaro al giorno sono donne. Queste sono poi sistematicamente sottorappresentate nei processi decisionali: sono solo il 17% le parlamentari a livello mondiale e solo 85 i ministri donne nel mondo. Altro dato sconfortante: tra il 75  e l’80 % dei rifugiati nel mondo sono donne e bambini. A questo si aggiunga che sono in maggioranza donne i lavoratori che svolgono lavoro non retribuito: principalmente compiti di cura, ascrivibili per i due terzi delle ore proprio dalle donne. Donne che, sempre a livello mondiale, guadagnano solo il 10 % del reddito.

Venendo al tema dei cambiamenti climatici, quelli che incidono maggiormente nell'agricoltura, sappiamo che in alcune zone del mondo il lavoro agricolo è fatto per il 70% da donne, che producono il 90 % del cibo. Da ciò risulta che fenomeni come il riscaldamento globale e i suoi effetti collaterali incideranno ulteriormente sulle condizioni di vita delle donne, mentre la loro voce nelle decisioni da prendere tenderà a essere poco ascoltata. Secondo il testo che sarà discusso a Bruxelles a fine gennaio, due sono le prospettive fondamentali da seguire in questo dibattito e nella formulazione delle politiche: da una parte la necessità di essere di sostegno alle donne nella loro vulnerabilità, e dall’altra la necessità di sviluppare in vari ambiti un rapporto più equo fra uomini e donne. In casi specifici, come possono esserlo le catastrofi naturali, è sì importante provvedere alla sicurezza, alle condizioni igieniche e così via, ma è altrettanto importante coinvolgere le donne nei programmi e nelle politiche di ricostruzione e di formazione. La Commissione del Parlamento Europeo, da parte sua, si impegna a far sì che le prospettive delle donne arrivino sui tavoli più alti della discussione sui cambiamenti climatici.

 

 

 

 

Harma Keen
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