14/06/2012
Un momento dell'inaugurazione dei nuovi locali di CasAmica (foto CasAmica)
«A volte si dicono troppo parole di fronte a chi soffre, occorrerebbe forse più silenzio. Dicendo banalità si rischia di non comprendere i profondità chi è malato». Parole profonde dal cuore dell’Arcivescovo emerito di Milano, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, che martedì ha benedetto le ultime camere della “Casa dei Bambini”, la quarta struttura d’accoglienza gestita dall’associazione CasAmica Onlus. Il complesso è destinato, come gli altri tre, ad accogliere, con i loro genitori, bimbi e ragazzi in terapia oncologica presso i grandi ospedali specializzati a Milano nel loro soggiorno nel capoluogo ambrosiano per sottoporsi a prolungate e spesso dolorose cure. L’occasione è stata propizia anche per presentare, nell’adiacente chiesa dei Santi Nereo e Achilleo dove è ospitata CasAmica, il libro “La vita è bella” (Ave, euro 11) con l’autrice Paola Bignardi. Insieme al cardinal Tettamanzi, che ha offerto profondi pensieri sulla capacità di accoglienza di Milano e sul dolore umano, l’ex presidente dell’Azione Cattolica ha esposto l’esperienza di Alessia, una ragazza dell’Isola della Maddalena passata per CasAmica e morta nel 2009, dopo una breve e fulminante malattia oncologica. Il libro, che s’ispira largamente al diario lasciato dalla ragazza prima di morire, è un po’ uno “specchio” di quanto può vivere, nel bene e nel male, un’adolescente di fronte a una malattia tanto improvvisa quanto fatale. Colpisce soprattutto il grande salto di maturità umana e di fede compiuto dalla giovane nei faticosi mesi che l’hanno portata via ai suoi cari.
A CasAmica, vivissima realtà del volontariato milanese concepita nel 1986 per rispondere al bisogno di accoglienza di chi emigra per gravi motivi sanitari dei bambini, occorrerebbe una biblioteca per raccontare tutte le storie che vi passano. La struttura, che compie quest’anno il suo 25° genetliaco, deve la sua fondazione a Lucia Vedani, la “donna qualunque” che, accompagnando a scuola i 4 figli, notava spesso delle strane persone ben vestite passare le notti sulle panchine della zona adiacente all’Istituto Tumori. Chi erano? Cosa facevano lì? Semplice: erano i parenti di chi, residente lontano dalla Lombardia, aveva deciso di farsi curare a Milano. L’instancabile donna parte così, osservando la nuda realtà, e comincia a offrire stanze in qualche appartamento della zona a persone che, per motivi economici, non può permettersi di pagare l’albergo. Poi interviene, come spesso succede, la chiesa. La parrocchia dei Santi Nereo e Achilleo, sita in Città Studi e non distante dall’Istituto Tumori, offre ampi locali retrostanti la chiesa per costruire ambienti accoglienti, umani, con stanze grandi (una per ogni nucleo) e ampi spazi comuni, dove le persone possano interagire, cucinare insieme, i bambini incontrarsi e giocare fra una terapia e l’altra. CasAmica diventa uno dei gioielli che raccontano la grande capacità di accoglienza dei milanesi, una realtà capace di rendere persone diverse per origine e cultura, ma uguali nella sofferenza, membri di una vera, grande, mobile “famiglia”, animata dai numerosi volontari e dall’assistente spirituale, suor Annamaria Marconi. Don Gianluigi Panzeri, il parroco, ha definito CasAmica un “piccolo e moderno monastero”, un luogo dove la sofferenza e la preghiera, nascoste da sguardi indiscreti, diventano forma contemporanea di vita comune.
Oggi CasAmica è composta da quattro case d’accoglienza aperte 365 giorni l’anno, capaci di offrire oltre 100 posti letto, per un’ospitalità di circa 4.000 persone all’anno per un totale di 35mila pernottamenti.
CasAmica Onlus non ha alcuna convenzione con enti pubblici e si avvale nella sua gestione quotidiana di volontari, autogestendosi grazie alla generosità di Aziende e Privati.
Per maggiori informazioni: Tel. 02.76114720 - info@casamica.it; sito: www.casamica.it
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Stefano Stimamiglio