22/02/2013
Il presidente della conferenza episcopale monsignor Robert Zollitsch
Chiediamo ad Assuntina Morresi, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, un commento a proposito della decisione presa dall’assemblea della conferenza episcopale tedesca, per voce di Monsignor Robert Zollitsch, di autorizzare nelle strutture sanitarie cattoliche la prescrizione della pillola anticoncezionale alle donne che siano state vittime di violenza sessuale.
- Questa decisione rappresenta un cambiamento di rotta per la Chiesa tedesca?
«In realtà no, e cerchiamo bene di capire perché da quello che è stato detto. La conferenza dei vescovi tedeschi si è espressa in merito alla possibilità di poter somministrare la pillola anticoncezionale nei casi di stupro. Ovvero, è stato dato un criterio specifico di comportamento e non si parla di somministrazione di prodotti commerciali specifici. Gli ospedali cattolici possono dare alle donne vittime di violenza un anticoncezionale, non un prodotto abortivo».
- Quindi la liceità riguarda solo questo aspetto?
«Certamente, ed ecco perché non c’è un vero cambiamento riguardo a quanto detto finora. L’apertura è sulla possibilità di impedire la fecondazione dopo uno stupro, non sulla promozione di un qualsiasi effetto abortivo. Rimane inalterata per la Chiesa la tutela della vita nascente e della naturalità in cui essa si forma».
Alessandra Turchetti