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Al via l'ottava edizione dei campus estivi sulla dislessia. Una formula innovativa che permette ai ragazzi dislessici di avvicinarsi ai nuovi strumenti informatici e di vivere insieme.

16/07/2012

La dislessia è uno tra i più diffusi e noti disturbi di apprendimento dell’età evolutiva. La sua presenza compromette la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. I bambini che ne soffrono, infatti, si cimentano con queste due abilità scolastiche compiendo diversi errori, nonostante il notevole impegno speso per l’interpretazione dei segni grafici.

Questa difficoltà è provocata da alterazioni di tipo neuro-biologico: non dipende, quindi, né da problemi psicologici, né da pigrizia (come spesso si crede) o da poca motivazione. Piuttosto è una caratteristica con la quale si nasce e che affiora man mano che i bambini si confrontano con i primi compiti di lettura e scrittura impartiti a scuola. Può modificarsi con il tempo, senza scomparire del tutto. Ma, di certo, non intacca il potenziale di apprendimento. Ecco perché negli ultimi anni le nuove tecnologie (computer, nuovi media e software sempre più sofisticati) sono state messe a servizio di questo problema, rappresentando per tutti coloro che ci convivono un canale alternativo per raggiungere l’autonomia nella lettura e nella scrittura.

E proprio per favorire l’autonomia dei ragazzi dislessici nonché promuovere occasioni d’incontro e confronto tra coetanei nascono i campus estivi (giunti già all’8° edizione) organizzati dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in collaborazione con il Centro FARE (centro specialistico per l’apprendimento, sito a Perugina), le associazioni Dis e dintorni e Mentelocale, e con il contributo della libreria per ragazzi Libri Parlanti.

Più precisamente, dal 26 agosto al 1° settembre 2012 si terrà in Umbria il secondo campus dislessia con focus su matematica e inglese (il primo si è già attuato agli inizi di luglio). Un’èquipe di operatori qualificati proporrà validi percorsi formativi dedicando una particolare attenzione alle specificità del singolo ragazzo. «Il nostro desiderio», spiega Marina Locatelli, referente AID in Umbria, «è di far vivere una settimana divertente e rilassante, all’insegna dell’amicizia, per presentare ai ragazzi gli strumenti e le metodologie più innovative che possono diventare per loro un’indispensabile supporto allo studio». Le iscrizioni sono aperte a ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia, collocati su due fasce di età: la prima, per i nati tra 1998 e il 2001; la seconda per i nati tra il 1993 e il 1998.

Ma in cosa consistono in concreto le attività proposte da questi campus? Fondamentalmente in un’esperienza ludico-didattica realizzata in un ambiente naturale nel cuore dell'Umbria (Ponte Pattoli, Perugia): un percorso educativo di sette giornate durante le quali, attraverso attività guidate, i ragazzi hanno la possibilità di accostarsi con entusiasmo agli strumenti informatici e alle strategie compensative per affrontare e superare la dislessia, e così comprenderne l’efficacia.

Senza ombra di dubbio, si tratta di una formula innovativa che ha riscosso grande successo a livello nazionale. Suo obiettivo primario è quello di favorire sia l'uso di strumenti e software specifici (sintesi vocale, libri digitali, Free Mind, C-map per la costruzione di mappe concettuali, Internet) sia  l’utilizzo di programmi reperibili sul web in forma gratuita e liberamente distribuibili, con il supporto di docenti esperti che consentono ai ragazzi di avvicinarsi a contenuti specifici in modo divertente e di accrescere la loro motivazione e autostima. «È proprio lo stare insieme per una settimana», precisa Mauro Luciani, psicologo del Centro FARE, «senza genitori, tra coetanei che hanno le stesse difficoltà, a diventare un elemento di forza di questo tipo di attività. I ragazzi si aprono e si raccontano, metabolizzano il loro vissuto quotidiano, quello tra i banchi di scuola, dove non sempre vengono messi in grado di lavorare nella maniera ottimale e in questo modo prendono coscienza del loro valore».

Non meno entusiastiche sono le parole di Renate Riermaier, mamma di Luca, 11 anni, ragazzo dislessico che l’anno scorso ha preso parte al campus estivo dislessia: «È stata un’esperienza unica che ha contribuito all’accrescimento umano ed emotivo di Luca. Quando ci sentivamo era entusiasta sia delle attività didattiche, che ogni giorno affrontava con i suoi nuovi compagni, sia dei momenti ludici e di socialità. Nel caso di Luca, le attività sulla lingua inglese sono servite ad approcciarsi in maniera nuova alla materia. Per la prima volta, ha affrontato la lingua in maniera diversa e con gli strumenti adeguati. La cosa importante di questo tipo di esperienze è il fatto che i ragazzi, oltre ad essere seguiti da persone specializzate, vivono una settimana assieme. Capiscono che non c’è niente di anormale in loro. Anzi! Si mettono in gioco e sperimentano nuove soluzioni per l’apprendimento».

L’esperienza del campus è di tipo residenziale con arrivo la domenica e partenza il sabato successivo. I ragazzi vengono ospitati presso “Villa Taticchi” (www.villataticchi.it), una splendida residenza di origine medievale, immersa nel verde, nella quiete dalla campagna umbra (a Ponte Pattoli, in provincia di Perugia), e caratterizzata da un ambiente familiare e accogliente. Qui, oltre ad ampi spazi per il divertimento e il relax, i ragazzi avranno a disposizione un laboratorio informatico attrezzato con connessione Internet e software specifici per lo svolgimento delle attività.

Per Info: Claudia Santoni - Tel/fax 07544317 – Email: campus.umbria@dislessia.it

Simone Bruno
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Postato da sonix il 09/03/2013 15:17

Quello che vorrei commentare è il fatto che dopo tanti buoni articoli sulla dislessia, si permetta di insultare ed offendere i ragazzi DSA ed i loro familiari con un articolo sulla dislessia come certificazione di indolenzia... i ragazzi DSA rinunciano a tanti divertimenti per studiare e fare i compiti e seguire le ora settimanali di logopedia e psicomotricità, sudano sette camice più degli altri per raggiungere la metà dei risultati. La loro vita quotidiana è fatta di rinunce, di accettazione rassegnata alle umiliazioni e di tanta tanta fatica.. come può uno specialista dire certe cose? ma quale esperienza ha in materia per sentenziare tali affermazioni non vere? Non è che sposata una sua visione del mondo la applica senza distinzione a tutto e a tutti senza conoscere più realtà? I bambini dislessici e le loro famiglie conoscono il valore della croce vivendola quotidianamente nella loro vita e non a parole e frasi fatte!

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